martedì 29 agosto 2017

Il Sindaco annuncia una nuova assemblea con il Presidente di Alto Calore Servizi: un'altra presa per i fondelli!!!

Il sindaco comunica alla cittadinanza che a settembre ci sarà una assemblea chiarificatrice con il Presidente di ALTO CALORE.
Ma per chiarire cosa?
Il quadro è già molto ma molto chiaro e da tempo.
l'abbiamo scritto e lo sosteniamo  da oltre un anno e lo ribadiamo ancora:

Dovremmo essere in guerra, una guerra per riappropriarci dell’acqua che Renzi e la Madia prima, De Luca ed Emiliano poi, hanno già deciso che deve essere gestita dai privati, ed invece siamo letteralmente presi in giro dai nostri amministratori, maggioranza e opposizioni.
Il Sindaco vuole chiarimenti da Alto Calore, la consigliera pentastellata pensa alle denunce in procura e agli accordi con la Puglia (solo uno specchietto per le allodole per tenere buoni campani da un lato e pugliesi dall'altro e prendere tempo), il gruppo Ricci tace e altro non può fare avendo perso il finanziamento di 1.900.000 euro per la ristrutturazione e potenziamento della rete idrica.
In tutto questo marasma, i cittadini vogliono soluzioni che ad oggi non ci sono.
E perché non ci sono?
perché la POLITICA NAZIONALE E REGIONALE HA GIA' DECISO, DA ANNI ORMAI, CHE LA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO DEVE ESSERE AFFIDATA AI PRIVATI!!!

- Per volere di Renzi e del suo Governo, lo Sblocca Italia (D. L. n. 133/2014, convertito nella Legge n. 164/2014) ha avuto come obiettivo principale la concentrazione dei servizi pubblici locali nelle mani di poche grandi multi-utility capaci di competere all’estero e ha previsto che divenisse “gestore unico” (obbligatorio per ogni ambito territoriale) chi ha già in mano il servizio “per almeno il 25 % della popolazione” ( ovvero A2A, Iren, Hera e la famosa Acea che possiede il 15% delle quote di Gesesa etc) e poi la legge di Stabilità (legge 23 dicembre 2014, n. 190) ha incentivato i Comuni a privatizzare i servizi pubblici a rete (acqua inclusa) attraverso sconti sul Patto di Stabilità interno.

A ciò si devono aggiungere: 
- il Testo Unico sui servizi pubblici locali, decreto attuativo della legge Madia, che nei fatti indica ai comuni come la ripubblicizzazione dell’acqua debba essere solo una delle vie possibili, e ovviamente non la preferibile. Ed in più cancella di fatto anche l’altro referendum, quello sulla tariffa ovvero stabilisce che si tornerà a leggere in bolletta la voce la “adeguata remunerazione del capitale investito, coerente con le prevalenti condizioni di mercato”; 
- la cancellazione dell'art. 6 della Legge per la Ripubblicizzazione dell'Acqua , ovvero l'abolizione di quella norma che prevede che l'acqua sia pubblica, che la gestione dell'acqua sia pubblica e che le infrastrutture dei servizi idrici siano pubbliche.

In Campania, la longa manus del Sottosegretario alle Infrastrutture Del Basso De Caro, riferimento assoluto di Renzi nel nuovo collegio elettorale Sannio – Irpinia, ha presumibilmente avuto, tra le sue missioni, quella di consegnare le sorgenti più importanti dell’Italia meridionale nelle mani di ACEA, ovvero di Caltagirone, che ha in Gesesa il suo presidio sui nostri territori. 
Ecco, quindi, che nel dicembre 2015 viene approvata, in una seduta allucinante del Consiglio Regionale, presieduto, lo ricordiamo, da un'altra fedelissima, di area irpina stavolta, Rosetta D'Amelio, la legge regionale di riordino del servizio Idrico nr. 15/2015, il cui padre è il Consigliere PD Fulvio Bonavitacola.
Questa legge accentra il potere nelle mani di pochi, anzi di pochissimi (un Presidente, un Direttore Generale e 20 membri di un Comitato Esecutivo, i quali governeranno le scelte gestionali di tutti i 550 comuni della regione) per cui i sindaci non hanno alcun potere decisionale.

Questa legge di riordino, inoltre, sin dall'art. 1, si mostra in linea di continuità con gli intenti del PD e del Governo. Nell'art. 1, infatti, si legge “La Regione Campania riconosce che l’acqua è un bene collettivo di origine naturale che va tutelato ed utilizzato prioritariamente per le occorrenze della vita umana […]“
Ebbene, definire l'acqua come bene collettivo, cioè pubblico, e non come bene comune, ovvero un diritto fondamentale della persona umana, non del cittadino, un diritto che è sopranazionale, di interesse collettivo, transgenerazionali, cioè un bene che deve arrivare alle future generazioni, costituisce l'escamotage che consente all'estensore della legge, che nel caso di questa legge regionale ha precisi indirizzi politici nazionali, di sostenere la tesi che l'acqua rimane pubblica anche se la gestione è affidata ai privati, i quali, non essendo dei benefattori gestiranno il servizio nell'ottica del massimo profitto.
Inoltre, l'art. 21 della legge regionale al comma 6 dice: “ai soggetti gestori titolari di affidamenti conformi al regime pro tempore di cui all’art. 172 del decreto legislativo n. 152/2006, al fine di favorire sinergie operative di gestione del ciclo, sono consentite, nel rispetto della normativa nazionale, operazioni societarie volte all’aggregazione e razionalizzazione delle gestioni esistenti, da attuare in conformità a quanto previsto dall’art. 3 bis del decreto legislativo n. 138/2011, anche ai fini della razionalizzazione delle partecipazioni degli enti territoriali (diminuzione delle cosiddette società partecipate)”.

Quindi, in buona sostanza, il discorso è questo: gli obblighi della Legge Regionale nr.15/2015 sono figli di un chiaro intento di Renzi, del Governo e del PD nazionale di far entrare ii privati nella gestione dei servizi pubblici locali.
In virtù di ciò, pur essendoci altre soluzioni diverse dalla fusione, che rimane comunque e sempre una possibilità e non un obbligo, i sindaci del PD e gli esponenti PD locali spingono per questa eventualità.

A questo punto, si inserisce la volontà ormai nemmeno più tanto celata, del Presidente della Regione Puglia Emiliano di creare la più grande multiutility del Sud Italia attraverso la fusione di Acquedotto Pugliese con Alto Calore e Gesesa.
Per farlo è sua intenzione vendere le quote societarie di Acquedotto Pugliese, di proprietà della Regione, ai Comuni, non certo per mantenere l’acqua pubblica ma per favorire la svendita di queste quote ai privati, stante l’indisponibilità economica dei Comuni stessi per il rifacimento e la manutenzione delle reti. Un’ulteriore conferma della volontà di svendere l’acqua è la nomina a Presidente di AQP dell’ing. Nicola De Sanctis, con un recente passato in IREN s. p. a., una delle principali multiutility italiane.
Questo quadro desolante rende ancora più evidente, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, che i politici oggi per potersi pagare le campagne elettorali e per poter poi, gestire al meglio quel mondo di mezzo dei tanti Buzzi e Carminati che bazzicano intorno alla politica, devono necessariamente sottomettersi ai poteri forti economico finanziari, banche e multinazionali, che guardano all’acqua come al petrolio del presente e del futuro.

Tutto ciò detto, è evidente , e non mi stancherò mai di dirlo, che la politica, e il PD in particolare, quella stessa politica che ha distrutto Alto Calore, ha creato artatamente la crisi idrica fino a farla giungere ai livelli di disperazione che stiamo vivendo oggi, e questo a partire dagli accordi del 2012, (così come è già accaduto in passato per le numerose crisi dei rifiuti, per l’emergenza incendi, per la ricostruzione post sismica, per la questione migranti) per poter, poi, portare a compimento il proprio piano di svendita dell’acqua, e più in generale, dei servizi ai privati.

E per rendere ancora più critica la situazione e costringere il popolo ad accettare l'ingresso dei privati, purché venga distribuita l'acqua, ci si mette pure De Luca, il quale ha dichiarato più volte, l'utima ad Avellino il mese scorso, che la gestione pubblica è "una bella poesia" e che soldi per la ritrutturazione delle reti non ce ne sono per cui toccherà ai nuovi gestori privati provvedere.
Per esteso la sua dichiarazione è la seguente: "Sull’acqua pubblica ci siamo riempiti la bocca di poesia, ma la verità è che servirebbero centinaia di milioni sulle reti e lo Stato non ha i soldi.
Decidiamo:o ci riempiamo il cuore di poesia o facciamo arrivare l’acqua nelle case".
Tutto chiaro no?
Se la Regione abdica al ruolo di programmare gli investimenti, non potrà che toccare al nuovo gestore.

Alto Calore i soldi non ce l'ha, e proprio nei giorni scorsi i sindacati hanno ancora una vola dichiarato la loro preoccupazione per la salvaguardia dei livelli occupazionali che sembrano piuttosto a rischio e per gli stipendi che non vengono pagati.
Ecco , dunque, che la soluzione più adeguata è affidare la gestione del servizio idrico ai privati, ovvero la multiutility del Sud di Emiliano che vede al centro degli investitori ACEA, una controllata dalla SUEZ, che distribuisce acqua a 116,4 milioni di persone in tutto il mondo.

In conclusione, l'obiettivo della politica è tenerci in un’emergenza continua per poi proporci la soluzione capestro della gestione privata di un bene che, invece, è un diritto inalienabile dell’uomo!!!

Le cose potranno cambiare solo se il popolo vorrà ribaltare il sistema una volta per tutte, innanzitutto non votando più coloro che ci stanno distruggendo.
Il popolo deve uscire una volta per tutte dal meccanismo perverso del clientelismo, del voto venduto per un favore, del voto dato ai parenti e ai conoscenti legati a questo o a quel politico di professione che magari un giorno viene pure arrestato!
Le crisi, le emergenze, le difficoltà politico amministrative che viviamo oggi, sono senza dubbio figlie di questa scellerata consuetudine e, se ad oggi le cose non sono cambiate ancora, vuol sicuramente dire che al popolo, alla maggioranza del popolo va bene così, va bene essere collusi e complici di coloro che ci stanno portando alla distruzione.

Ad oggi, la cosa più importante che il popolo può fare è innanzitutto non lamentarsi delle condizione in cui siamo perché, attraverso il voto, il popolo stesso ha creato le basi per questa condizione che viviamo oggi. E a nulla servono le interviste televisive, e le riunioni con coloro che sono i primi colpevoli di questa situazione!

COME SEMPRE DICHIARA PADRE ALEX ZANOTELLI, IL POPOLO DEVE ASSUMERSI LA RESPONSABILITA' DI ESSERE IL CUSTODE DELL'ACQUA E DIFENDERE A SPADA IL CONCETTO DI ACQUA BENE COMUNE E DIRITTO PER TUTTI!
PER FARLO, E' NECESSARIO METTERE IN CAMPO TUTTE LE AZIONI PACIFICHE POSSIBILI PERCHE' VENGA RISPETTATO IL REFERENDUM E PERCHE' VENGA SCONGIURATO IL PROGETTO DI PRIVATIZZAZIONE DELLA CAMPANIA E DEL SUD ITALIA.

venerdì 25 agosto 2017

Uova casertane vendute con il marchio TRE COLLI...Ma l'azienda non era sotto sequestro???

AD OGGI LA SITUAZIONE RELATIVA ALLE UOVA AL FIPRONIL E' LA SEGUENTE:

- i lotti di Uova TRE COLLI con scadenza dal 17 agosto al 19 settembre sono stati ritirati dal commercio

- sugli scaffali dei negozi son in vendita confezioni di uova TRE COLLI che contengono uova prodotte a Presenzano in prov. di Caserta

MA SE LO STABILIMENTO E' SOTTO SEQUESTRO COME SI FA A IMPACCHETTARE LE UOVA E POI DISTRIBUIRLE???
E, SOPRATTUTTO, CHI DEVE CONTROLLARE, ASL IN PRIMIS, COSA FA???





ALTRABENEVENTO Comunicato stampa del 25 agosto 2017


Tre giorni fa la ASL di Benevento ha annunciato di aver posto sotto SEQUESTRO lo stabilimento della Azienda Agricola PORCELLI Emanuele Maria di APICE perché solo state trovate tracce di INSETTICIDA pericoloso per la salute.
Il DIRETTORE GENERALE Della Azienda Sanitaria,Franklin Picker ha pure tentato di ASSICURARE i consumatori sostenendo che le uova di tale ditta sono state RITIRATE DAL COMMERCIO.
INVECE ieri con la collaborazione di diversi cittadini abbiamo ACQUISTATO confezioni di "uova tre colli" ANCORA IN VENDITA nei supermercati di Benevento ed abbiamo trovato all'interno UOVA PRODOTTE nel comune di PRESENZANO in provincia di CASERTA.
Com'è possibile?
Come fa lo stabilimento sequestrato a produrre ancora confezioni di uova e metterle in vendita ?
I consumatori comprano uova della azienda agricola di Apice e invece nella confezione trovano uova casertane.
COSA STANNO CONTROLLANDO la ASL e i CARABINIERI del NAS (Nucleo Anti Sofisticazione) ?

Il Presidente - Gabriele Corona

AltraBenevento rivela il nome dell'Azienda produttrice delle uova al Fipronil!

Le "UOVA TRE COLLI - UOVA DI SERIE A" prodotte ad APICE sono quelle risultate CONTAMINATE da INSETTICIDA.

Sugli scaffali di diversi supermercati della provincia di Benevento ci sono ancora confezioni nonostante il sequestro dello stabilimento e le rassicurazioni della ASL.


Il 22 agosto l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno ha comunicato che in un centro di imballaggio annesso ad un allevamento di uova di Benevento, sono state trovate tracce di Fibronil. Altrabenevento ha chiesto alle autorità competenti di rendere noto il marchio delle uova in modo da consentire ai consumatori o ai produttori di alimenti derivati (pasta, dolci, ecc) di non usarle, ma la ASL di Benevento si è limitata a sostenere genericamente di aver attivato tutte le procedure a tutela dei consumatori.
Il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria, Franklin Picker, non ha comunicato il nome della ditta produttrice delle uova, ed ha dichiarato che "Il servizio veterinario del Dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria ha provveduto, di concerto con personale del Nas dei carabinieri di Salerno, a imporre al produttore in questione il blocco della produzione, il sequestro del capannone e l’obbligo di rintracciare e ritirare dal commercio tutte le uova distribuite sino a ieri".
Questo comportamento della ASL è inaccettabile! 
Una azienda pubblica non può pensare di tutelare il buon nome di una ditta, comunque sanzionata per la presenza di insetticida nella confezione di uova, e non consentire ai cittadini, ai ristoratori, ai produttori di dolci e pasta fresa, di sapere se possono usare le uova magari acquistate qualche giorno fa. Nell'incertezza i consumatori sono costretti a non usare o acquistare le uova prodotte da altri allevatori del Sannio, con danno enorme per tutti gli operatori economi onesti. 
Questa è la stessa ASL che non si accorgeva dei pasti schifosi serviti ai malati mentali e agli anziani dalla Ristorò della famiglia Porcelli-Barretta.
Pertanto, considerato che la tutela della salute pubblica è un obiettivo prioritario che non può essere compromessa da comportamenti omissivi delle autorità di controllo, Altrabenevento ha deciso di rendere noto che le uova in questione sono vendute con il marchio "UOVA TRE COLLI- UOVA DI SERIE A" (vedi foto allegate) prodotte dalla Azienda Agricola di Porcelli Emanuele Maria, confezionate in C.da Castiglione di Apice (BN). Il codice di imballaggio riportato sulla confezione è però intestato a Porcelli Antonio, socio della società "Uova Tre Colli srls" con la stessa sede ad Apice.
Nonostante le assicurazioni della ASL, questa mattina abbiamo ancora trovato sugli scaffali di alcuni supermercati le confezioni di queste uova. Invitiamo pertanto tutti i cittadini a non consumare o non usare per preparare alimenti, le predette "UOVA TRE COLLI". Chiediamo anche a tutti i consumatori di verificare in quali negozi sono ancora in vendita queste uova, acquistarne una confezione e conservare con gli scontrini. 
Prossimamente ci serviranno, sia gli scontrini, sia le uova per regalarle alla ASL e a tutte le autorità di controllo, gli amministratori pubblici, le associazioni dei produttori e i politici che non sono voluti intervenire a tutela della salute pubblica.
Il presidente Gabriele Corona

La risposta del Sindaco riguardo alle uova al Fipronil

Ieri avevamo chiesto al Sindaco di San Giorgio, quale massima autorità sanitaria cittadina e a tutela della salute dei cittadini sangiorgesi, di intervenire presso gli organi competenti affinché venissero diffuse tutte le informazioni necessarie a salvaguardare la salute dei cittadini e a tutelare le aziende in regola con i controlli zoo profilattici.
Ebbene, la risposta non si è fatta attendere ed in essa si comunica l'avvenuta richiesta alla Direzione dell'ASL e del Distretto Sanitario perché vengano fatti gli "opportuni accertamenti" e vengano forniti "dati oggettivi sulla contaminazione delle uova".
Ebbene, l' ASL di Benevento ha già emesso ieri 23 agosto un comunicato con il quale conferma la presenza dell'insetticida Fibronil in un allevamento di uova di un comune del beneventano e dichiara di "aver attivato tutte le procedure indicate dal ministero della Salute per tutelare il consumatore". Inoltre il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria, Franklin Picker dopo aver comunicato il sequestro del capannone oggetto di controlli, ha dichiarato "Voglio tranquillizzare i consumatori, i prodotti contaminati saranno rintracciati e ritirati dal commercio già in giornata (cioè ieri 23 agosto)". [http://www.aslbenevento1.it/modules.php…

La nota del Sindaco, quindi, pur sollecita, non risponde affatto all'istanza inviata!

Il Ministero della Salute, l’Istituto Sperimentale Zooprofilattico del Mezzogiorno e l'ASL di Benevento, infatti, hanno già effettuato i controlli e comunicato gli esiti, pertanto, gli "opportuni accertamenti" e i "dati oggettivi sulla contaminazione delle uova" richiesti dal Sindaco sono già stati fatti e comunicati.
Quello che manca è il nome dell'azienda e il marchio delle uova contaminate, uniche informazioni utili ai cittadini per potersi tutelare ed effettuare acquisti consapevoli!

Per questo motivo , quindi, abbiamo ribadito al Sindaco la richiesta di intervenire presso le autorità competenti affinché vengano diffuse informazioni precise relative al nome dell'azienda e al marchio delle uova contaminate, dal momento che solo attraverso questa informazione i cittadini possono evitare il consumo delle uova contenenti Fibronil, magari acquistate prima del ritiro delle scorte presenti sul mercato.

Il silenzio sul nome dell'azienda, è inaccettabile come inaccettabile è il fatto che, verosimilmente per provare a salvaguardare tale azienda, si metta a rischio la salute dei cittadini consumatori e l'attività di altre aziende risultate negative ai controlli.

Uova al Fipronil in un allevamento in provincia di Benevento

Questo tipo di informazione è parziale e crea allarmismo ( del resto è scritto in testa all'articolo stesso)!

Nei comunicati del Ministero della Salute e dell’Istituto Sperimentale Zooprofilattico del Mezzogiorno si legge:
“è stato disposto il sequestro sia dei centri di imballaggio che degli allevamenti annessi e il rintraccio e il ritiro dal mercato di eventuali prodotti contaminati”
Nell'articolo, invece, si fa riferimento ad un allevamento di Apice, senza mai citare il nome peraltro.

Ciò premesso, e senza voler creare preoccupazioni ulteriori ma solo per consentire ai cittadini consumatori di tutelare la propria salute e di fare acquisti consapevoli, sarebbe auspicabile che TUTTI I SINDACI SANNITI, quali massime autorità sanitarie del proprio territorio, intervenissero presso le autorità competenti al fine di dare ai cittadini informazioni complete e definitive.




Questo è quanto abbiamo chiesto al Sindaco di San Giorgio e al Prefetto come cittadini e come attivisti del Meetup amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio.

I comunicati stampa della consigliera pentastellata di San Giorgio ci fanno sempre più cadere le braccia!

Dovremmo essere in guerra, una guerra per riappropriarci dell’acqua che Renzi e la Madia prima, De Luca ed Emiliano poi, hanno già deciso che deve essere gestita dai privati, ed invece la consigliera che fa? 
Continua per la sua strada fatta di selfie e di comunicati stampa dove si dicono cose trite e ritrite, e soprattutto superate.
Lei sta ancora ferma al livello degli Accordi Interregionali con la Puglia, temporanei o definitivi che siano, mentre la politica è già molto, ma molto più avanti.
Chi è veramente addentro alla questione della distribuzione dell’acqua tra Campania e Puglia, sa bene che, come spesso sottolineato dal geologo ed ex dirigente di Alto Calore Sabino Aquino, la situazione che esiste oggi sulle sorgenti irpine è simile a quella di un bicchiere pieno nel quale sono immerse tante cannucce. In Italia esistono oltre 5000 acquedotti che sfruttano le sorgenti nazionali e nel caso irpino, la mancanza di una organizzazione unica ed integrata, sempre secondo Aquino,non ha permesso di quantificare la reale quantità di acqua che viene drenata in una direzione piuttosto che in un’altra.
Dal punto di vista tecnico scientifico, infatti, i nostri corsi di acqua e le sorgenti non conoscono né i confini geografici né quelli delle amministrazioni. Un gestore unico, invece, come sostiene anche Aquino, può salvaguardare i Comuni ed i cittadini dai rischi di inquinamento, garantire le interconnessioni tra reti, metterci a riparo dalle crisi idriche e garantire una adeguata gestione dei pozzi e degli invasi.
Sulla base di queste evidenze, la politica, e il PD in particolare, quella stessa politica che ha distrutto Alto Calore, ha creato artatamente la crisi idrica fino a farla giungere ai livelli di disperazione che stiamo vivendo oggi, e questo a partire dagli accordi del 2012, (così come è già accaduto in passato per le numerose crisi dei rifiuti, per l’emergenza incendi, per la ricostruzione post sismica, per la questione migranti) per poter, poi, portare a compimento il proprio piano di svendita dell’acqua, e più in generale, dei servizi ai privati.
Prova ne sono da una parte la scellerata legge di riordino del servizio idrico campano che accentra il potere nelle mani di pochi, anzi di pochissimi (un Presidente, un Direttore Generale e 20 membri di un Comitato Esecutivo, i quali governeranno le scelte gestionali di tutti i 550 comuni della regione) e dall’altra, la volontà ormai nemmeno più tanto celata, del Presidente della Regione Puglia Emiliano di vendere le quote societarie di Acquedotto Pugliese, di proprietà della Regione, ai Comuni, non certo per mantenere l’acqua pubblica ma per favorire la svendita di queste quote ai privati, stante l’indisponibilità economica dei Comuni stessi per il rifacimento e la manutenzione delle reti. Un’ulteriore conferma della volontà di svendere l’acqua è la nomina a Presidente di AQP dell’ing. Nicola De Sanctis, con un recente passato in IREN s. p. a., una delle principali multiutility italiane.
Questo quadro desolante rende ancora più evidente, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, che i politici oggi per potersi pagare le campagne elettorali e per poter poi, gestire al meglio quel mondo di mezzo dei tanti Buzzi e Carminati che bazzicano intorno alla politica, devono necessariamente sottomettersi ai poteri forti economico finanziari, banche e multinazionali, che guardano all’acqua come al petrolio del presente e del futuro.
Ed è evidente anche che la responsabilità più grande di questa situazione si deve attribuire esclusivamente a quella maggioranza di italiani che ancora oggi vota questi politici, nonostante ci stiano rubando non solo il nostro bene più prezioso ma ci stiano togliendo tutti i diritti, anche quelli garantiti dalla Costituzione.
Ciò detto, appare chiaro che la situazione è talmente ben avviata verso un itinerario già previsto ed organizzato che pochissimi sono i margini di risoluzione immediata.
Bisogna essere chiari su questo!
Ad oggi non è cambiato niente e niente cambierà nell’immediato futuro perché i partiti, con la regia del PD, hanno deciso e stanno portando avanti il loro piano, che è tutto tranne un’operazione a favore dei cittadini!!!
L’acqua non è tornata nei rubinetti dopo la riparazione dell’elettropompa di Cassano né tantomeno tornerà quali che saranno i prossimi accordi con la Puglia: l’obiettivo della politica è tenerci in un’emergenza continua per poi proporci la soluzione capestro della gestione privata diun bene che, invece, è un diritto inalienabile dell’uomo!!!
Le cose potranno cambiare solo se il popolo vorrà ribaltare il sistema una volta per tutte, innanzitutto non votando più coloro che ci stanno distruggendo.
Il popolo deve uscire una volta per tutte dal meccanismo perverso del clientelismo, del voto venduto per un favore, del voto dato ai parenti e ai conoscenti legati a questo o a quel politico di professione che magari un giorno viene pure arrestato!
Le crisi, le emergenze, le difficoltà politico amministrative che viviamo oggi, sono senza dubbio figlie di questa scellerata consuetudine e, se ad oggi le cose non sono cambiate ancora, vuol sicuramente dire che al popolo, alla maggioranza del popolo va bene così, va bene essere collusi e complici di coloro che ci stanno portando alla distruzione.
Per questo, ogni volta che vi manca l’acqua nei rubinetti di casa, pensate a quante volte vi siete impelagati anche voi in questo meccanismo: forse lavarvi con la minerale vi costerà meno fatica.

N. B. In Puglia il M5S da tempo ha dato vita a una grande mobilitazione contro Emiliano, nelle Istituzioni e fuori; a San Giorgio del Sannio la consigliera pentastellata ed il suo entourage si crogiolano nei comunicati stampa e si fanno intervistare alla tv: ah, il pensiero delle prossime elezioni!!!



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