martedì 27 settembre 2016

I cittadini chiedono l'acqua ma hanno in risposta domande e numeri

Siamo alla fine del mese di settembre e in alcune zone di San Giorgio ancora si va a letto la sera senz'acqua e ci si sveglia la mattina nella stessa situazione. 

C'è da dire, però, che, come promesso in campagna elettorale, la maggioranza sta facendo di tutto per individuare soluzioni al problema. Tra queste, la più gettonata è la sostituzione dell’acqua con la birra. A tal proposito, non si può non evidenziare che l'appuntamento con le birre artigianali, da poco realizzato nella piazza principale del paese, sembra aver avuto dei risvolti talmente positivi che a breve partirà il secondo appuntamento, una sorta di Oktoberfest sannita che si terrà nella zona del mercato coperto. Speriamo che, quanto meno, non manchino le docce!

Su fronte opposizione, invece, se da una parte Ricci & C. sembrano preferire il silenzio per non urtare la sensibilità del PD sannita e irpino, dall'altra parte, quella del M5S, si registra l'arrampicata sugli specchi della Consigliera sangiorgese, la quale, resasi probabilmente conto di aver scelto l'argomento più complesso e difficile per iniziare la sua consiliatura, ripropone dal giugno scorso la solita trita e ritrita tiritera su Alto Calore: è un carrozzone politico, noi come forza politica non possiamo permettere che questa storia vada avanti, i bilanci sono falsati, c'è clientelismo e collusione tra i Comuni soci e gli organismi dirigenti, per questo chiediamo le dimissioni immediate del Presidente e di tutto il Cda.

Il tutto racchiuso in una serie di domande che, ma lei, opportunamente, omette di dirlo, sono più o meno le stesse che già diversi mesi prima delle scorse elezioni Comunali e quindi ben prima della sua elezione, furono inviate al Presidente della Commissione per il Controllo Analogo di Alto Calore, Gambacorta, al suo vice, Foti, a tutti i sindaci soci dell’Azienda e alla Procura della Corte dei Conti Regionale nonché ad alcuni organi di stampa, all'interno di un esposto anonimo [http://www.orticalab.it/Alto-Calore-25-domande-per-De] dal quali pare abbia preso spunto l'indagine giudiziaria attualmente in corso a cura della Guardia di Finanza e della Procura di Avellino.

Che abbia copiato? 
Non sta a noi giudicare, chiunque può fare una ricerca su Google e verificare. 

Tuttavia, dall'analisi di questa paradossale situazione, una domanda nasce spontanea: perché questa sorta di accanimento terapeutico su questioni che sono già al vaglio della magistratura?
Ad oggi, invece, qual'è il contributo di novità dato dal M5s sangiorgese alla questione annosa della carenza idrica a San Giorgio?
Oggi i sangiorgesi vogliono che l'acqua torni a scorrere dai rubinetti, l'urgenza è questa, non certo quella di sapere i contenuti dei mastrini contabili!

Per quanto riguarda poi i familismi e i clientelismi, i paesani sangiorgesi sanno bene chi sono i figli e nipoti di assessori e funzionari comunali della ex maggioranza che hanno “beneficiato” di una chiamata diretta nel Progetto Garanzia Giovani, sanno bene chi e quanti sono coloro che da anni non pagano le bollette perché hanno il cosiddetto “tronchetto” al posto del contatore, sanno bene chi sono quelli che, durante il periodo del passaggio dal Consorzio Alto Calore alle due società Alto Colore Servizi e Alto Calore Patrimonio, “beneficiarono” di assunzioni non autorizzate dalla Regione, ma mai revocate.

Ciò detto, considerato anche che Alto Calore è uno scoglio estremamente difficile da scalfire e che ci vorrà molto tempo nonché una consistete dose di fortuna per arrivare a dei risultati all'interno di un percorso che, lo ricordiamo ancora, è parallelo all'indagine giudiziaria, perché perdere 4 mesi per un accesso agli atti, peraltro anche contestato dai legali di Alto Calore, e non concentrarsi sulla carenza idrica che è la necessità fondamentale dei cittadini???

Per di più pare proprio che le basi tecniche per cominciare un approfondimento, un monitoraggio ed un controllo sulle azioni messe in campo dall'Alto Calore e dagli altri attori della vicenda ci siano tutte.
Partiamo ad es., dai lavori svolti a San Giorgio del Sannio, quei lavori che la consigliera aveva messo nel suo programma elettorale ma che in realtà erano già terminati mesi prima!!!
Dalla più recente corrispondenza tra il presidente dell'Alto Calore Servizi e la senatrice Moronese che ha seguito fin dall'inizio la questione della carenza idrica, corrispondenza datata marzo 2016 [nota n. prot. 4099 del 25 marzo 2016] sappiamo che i lavori per la sostituzione e potenziamento di un tratto della rete idrica di san Giorgio del Sannio (delibera Giunta Comunale n. 129 del 21 settembre 2015), lavori consistenti nel raddoppio della condotta adduttrice al serbatoio TOPPA e nella razionalizzazione delle portate in arrivo al serbatoio Capoluogo (BASSO) in modo da consentire al primo serbatoio una maggiore portata addotta dall'attuale per insufficienza della stessa condotta adduttrice e al secondo serbatoio una stabilizzazione delle predette portate, SONO STATI COMPLETATI, e, alla data del 25 marzo, risultavano essere in funzione con esito positivo in quanto la portata al serbatoio veniva incrementata di 3l/s mentre quella del capoluogo risultava stabile e costante.

Ciononostante, in quella stessa nota, conclude De Stefano, perdurando l'indisponibilità integrativa dei pozzi di Montoro, le problematiche di approvvigionamento idrico risultano mitigate nel loro effetto.
Quindi, in buona sostanza è lo stesso De Stefano ad ammettere che il problema fondamentale per la carenza idrica a valle è “l'indisponibilità integrativa dei pozzi di Montoro” a monte.
I pozzi di Montoro e Solofra sono quelli di cui, come attivisti del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio, abbiamo abbondantemente discusso negli anni scorsi perché, inquinati da tetracloroetilene, necessitavano di un laborioso percorso di bonifica.
E in realtà, se ne è occupato anche Carlo Sibilia con un'interrogazione parlamentare e con il sostegno al progetto di messa in sicurezza (MISE) dell'area montorese – solofrana, criticando, peraltro, la decisione della Regione Campania di non finanziare l'opera.

Ad oggi, il Piano MISE risulta agli atti della Regione Campania come fermo per mancanza di finanziamenti, e oramai, dopo ben DUE ANNI, è difficile pensare ancora alla MESSA IN SICUREZZA D’EMERGENZA. Tuttavia, è andato avanti il Piano di caratterizzazione necessario per provvedere alla bonifica.

Senza dilungarsi su tutti i passaggi amministrativi e burocratici, che sono comunque consultabili in rete [http://legambiente.campania.it/beta/wp-content/uploads/2016/02/5.Solofra.20.02.2016.ATO_.CaloreIrpino.pdf]
è importante dire che per la realizzazione di tale piano il 6 novembre 2015 è stato pubblicato il bando di gara con procedura d'urgenza e il 4 dicembre 2015 c'è stata l'Aggiudicazione Provvisoria alla Ditta RTI Ambiente s.c. e Hydrodata SpA. In realtà, però, ma non si è potuto procedere all'aggiudicazione definitiva perché il contratto con la Ditta aggiudicataria dell’appalto non poteva essere stipulato prima di 35 gg dall’aggiudicazione definitiva (art.11 c.10 del Dlgs.163/2006), TEMPISTICA NON COMPATIBILE con quella del finanziamento, visto che il Decreto G.R. Campania n.636 di Ammissione a Finanziamento del Piano di Caratterizzazione prevedeva come termine finale di ammissibilità della spesa il 31/12/2015. 

Dunque, dopo anni di attesa per iniziare il percorso di bonifica dei pozzi inquinati, siamo di nuovo al punto di partenza!
Perché, allora, non focalizzare l'attenzione su questi aspetti, magari sollecitando l'intervento degli organismi regionali di controllo, se non proprio della Procura della Repubblica e perché no anche dei consiglieri regionali del M5S?
L'obiettivo deve tornare ad essere quello di riportare l'acqua nei rubinetti dei sangiorgesi, cosa che non sarà certo un accesso agli atti a fare.





















venerdì 23 settembre 2016

Altre interessanti informazioni su Alto Calore e sui suoi bilanci

Ieri mattina abbiamo ho pubblicato un'articolata nota in cui è stata evidenziata la questione del valore patrimoniale di Alto Calore Servizi, derivante da beni immobili (depuratori, reti idriche, collettori fognari, impianti vari realizzati a suo tempo dalla CASSA del MEZZOGIORNO) e ammontante a 133.148.464 euro.
Ebbene, poiché alcuni cittadini sangiorgesi ci hanno chiesto di spiegare bene l'arcano dei 120 milioni di debito e dei 130 milioni di valore patrimoniale, ci corre l'obbligo di chiarire alcuni punti.

• Questi beni sembrerebbero non potersi attribuire al patrimonio di Alto Calore dal momento che per legge sono stati trasferiti al patrimonio della Regione Campania, la quale li ha inseriti nel proprio bilancio.
Dunque, sembrerebbe che nel 2014 e nel 2015 siano stati approvati bilanci nei quali alla voce immobilizzazioni materiali ci si trova di fronte a un valore patrimoniale fittizio.
In realtà, l'ipotesi di falso in bilancio era stata già formulata durante le indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Avellino con oltre 20 imputati relativamente alle gestioni De Luca, Repole e Papa (per il periodo che va dal 2003 al 2007) dopo che il 13 marzo 2003 il Consorzio Interprovinciale Alto Calore venne sciolto e vennero costituite, per contestuale procedura di trasformazione e scissione, dettate dalle norme di cui all’articolo 35 della legge n°448/2001, due nuove società: Alto Calore Servizi S.p.A. e Alto Calore Infrastrutture & Patrimonio S.p.A. .
Secondo la ricostruzione del magistrato titolare dell’inchiesta, l’Alto Calore Patrimonio, infatti, non era proprietaria delle condutture, né esterne, che appartengono alla Regione Campania, né interne, che sono invece di proprietà dei singoli Comuni. All'interno delle indagini relative a questo processo emerse che all’atto della costituzione della società patrimoniale il suo valore determinato in assemblea era di 100.000. euro; dopo qualche mese, senza neanche il voto assembleare, ma con una semplice dichiarazione fatta dinanzi al notaio, il valore patrimoniale passò ad euro 579.047; nel settembre 2004 il valore patrimoniale fu stimato in euro 96.136.891. ovvero 960 volte il valore iniziale. E molti di quei beni risultavano contemporaneamente nel bilancio di Alto Calore Patrimonio e della stessa Regione Campania!
Il processo cmq, si concluse con un nulla di fatto nel l'ottobre 2011 per prescrizione dei termini.
L'auspicio è che la nuova indagine in corso da parte del procuratore di Avellino Cantelmo non abbia la stessa tempistica e lo stesso risultato.

• Nel Processo Alto Calore conclusosi nell'ottobre 2011 e dell'accusa di formazione fittizia di capitali e falso in bilancio per gli anni 2004 - 2005 - 2006 ci furono oltre 20 imputati relativamente alle gestioni De Luca, Repole e Papa.

Imputati eccellenti erano Enzo De Luca, senatore Pd, all'epoca dei fatti presidente dell'Alto Calore; Michele Casciello, Presidente dell'assemblea dei sindaci; e tutti i componenti del Consiglio d'amministrazione, tra i quali l'ex presidente della Provincia di Avellino Rosanna Repole, Sergio Trezza, Mario Bruno, Michele Vignola.

Un aspetto, diciamo così curioso e interessante per le riflessioni etiche e sociologiche che ne derivano, di questo processo fu che, come si legge nella foto pubblicata che costituisce uno stralcio degli atti del suddetto processo, il figlio dell'allora Procuratore di Avellino era, guarda caso, stato assunto proprio all'Alto Calore per cui il Procuratore invitò il Sostituto, che nel frattempo aveva provveduto ad emettere gli avvisi e.x art. 415 c.p.p., a temporeggiare sulle richieste da formulare.
Il processo, infatti, durò circa 10 anni e le accuse andarono in prescrizione

• Per poter trasferire risorse da Alto Calore Servizi ad Alto Calore Patrimonio e tenerla in vita con tutto il suo carrozzone clientelare, il sistema di consulenze e di assunzioni pilotate (che sono state oggetto della suddetta indagine) gli allora consulenti dell’Alto Calore Giuseppe De Mita (nipote di cotal zio) e Roberto Fazioli ipotizzarono la definizione di un canone d'uso degli immobili dell’Alto Calore alla Patrimonio «in modo generale ed astratto» attraverso cioè un ALGORITMO.
Cosa significa?
significa che i suddetti consulenti teorizzarono in un documento confidenziale, diffuso in alcune sue parti [vedi foto] dall'ex Commissario dell'ATO Calore Irpino, Claudio Rossano, che “ il canone d'uso in favore della società patrimoniale da parte del gestore sarà definito in modo generale ed astratto, ovvero con un algoritmo di calcolo che prescinde dalla specificità del soggetto gestore di riferimento."
In questo modo, con un artificio contabile assurdo se non inspiegabile, Alto Calore Servizi ha finanziato e tenuto in vita per anni Alto Calore Patrimonio, con l' unico intento di soddisfare le "necessità" di collocamento di ex politici, trombati illustri, amici e parenti.
Pochi mesi fa, ad aprile, lo stesso Giuseppe De Mita ha promosso un convegno sul tema "Ruoli e funzioni nella normativa sul servizio idrico integrato: opportunità e rischi"
MA COME è POSSIBILE CHE CI VENGA A DARE LEZIONI SUL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO COLUI CHE HA PARTECIPATO DIRETTAMENTE ALLO SFASCIO DELLA SOCIETà DI GESTIONE DI QUESTO SERVIZIO???
Relatore del convegno è stato anche l’ex senatore Enzo De Luca che fu Presidente del Consorzio Alto Calore e che favorì la sua scissione nelle due società per azioni Alto Calore Servizi ed Alto Calore Patrimonio spa, dopo aver proceduto all’assunzione di oltre cento dipendenti. Tali assunzioni erano vietate per legge e per questo la Regione Campania preoccupò di inviare note scritte a tutti gli enti idrici al fine di evitarle, in vista del riordino del settore. Tuttavia non furono mai revocate e andarono a gravare sui bilanci di quelle società.[vedi foto]
Oggi Alto Calore Servizi ha 360 dipendenti in esubero e 120 milioni di euro di debiti









giovedì 22 settembre 2016

Le ultime sull' AGGREGAZIONE LEGGERA tra Alto Calore, Gesesa ed Acquedotto Pugliese.

Dopo mesi di silenzio, si ritorna a parlare della fusione, o meglio AGGREGAZIONE LEGGERA tra Alto Calore, Gesesa ed Acquedotto Pugliese.
Ed eccoci di nuovo qui in prima linea per raccontare ai cittadini di San Giorgio cosa è accaduto nelle scorse settimane e cosa sta accadendo in questi giorni.

Questione Fusione 

Circa un mese fa si è svolta una riunione tra Alto Calore, Gesesa ed Acquedotto Pugliese presso la sede dell’Ato Calore-Irpino. In questo incontro sono state analizzate le RAB, Regulatory asset base, ovvero il valore del capitale investito netto di ogni società, al costo storico rivalutato.
Alto Calore, che, secondo le dichiarazioni alla stampa di Pietro Ferrari, amministratore delegato di Gesesa, aveva fatto un po' di melina nei mesi scorsi non consegnando il piano tariffario 2016-2019 e quello per i prossimi 30 anni, il piano investimenti e il piano ammortamenti, alla fine avrebbe presentato definitivamente la radiografia completa della società, che sembrerebbe evidenziare un rassicurante attivo di 130 milioni, derivanti in particolar modo da un imponente valore patrimoniale. 
In sostanza, quindi, Alto Calore, nonostante i suoi 120 milioni di debiti e i 360 dipendenti in esubero porterebbe in dote alla costituenda nuova società il valore innegabile del suo patrimonio, il primato su oltre il 60 per cento dell’ambito Irpinia-Sannio ed il notevole background tecnico acquisito nel tempo.
La dote portata da Gesesa, invece, sempre secondo quanto dichiarato a vari organi di stampa dall' Amministratore Delegato Ferrari, consisterebbe in un piano industriale costituito da: ristrutturazione e ripianamento del debito, attuazione di un piano di investimenti sulle reti per 25 milioni all’anno, riordino del personale, mantenimento delle sedi, task force per il recupero dei crediti esigibili, adeguamento della tariffa allo standard fissato dall’Ato Calore-Irpino, il tutto per una durata di almeno 10 anni. 
Queste configurazioni, che tengono separati patrimonio e debiti, consentirebbero ai tre attori della gestione del servizio idrico campano la costituzione di una società mista, a maggioranza pubblica (ACS e AqP), ma con una percentuale notevole di capitali privati, fino al 49% (Gesesa), e consentirebbero di non dover ricorrere alla gara europea, per la quale, comunque, non essendoci ancora l'ufficialità di una aggregazione, il Commissario dell’Ato si è già mosso, scrivendo all’Autorità nazionale per l’energia elettrica, il gas, il servizio elettrico e il servizio idrico integrato al fine di avviare le procedure preliminari.
Nel frattempo, si registra il parere favorevole a questa formula di aggregazione da parte di Cisl e Femca Cisl, che considerano l'aggregazione leggera come l’unica alternativa possibile per garantire autonomia in termini di gestione economica e di risorse umane.

LE ARGOMENTAZIONI SULL'ILLEGITTIMITA' DELL'AGGREGAZIONE

Sin dall'approvazione della legge nr.15 del dicembre 2015 sul riordino del servizio idrico gli attivisti del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio hanno evidenziato le sue criticità: dalla truffa semantica dell'utilizzo della definizione di acqua come bene collettivo (che è pubblico e, quindi, può essere venduto) e non di bene comune (che è un diritto inalienabile dell'uomo) [http://sangiorgioacinquestelle.blogspot.it/2016/04/consiglio-comunale-del-31-marzo-scorso.html] al ruolo sminuitissimo dei sindaci, i quali verranno relegati all’interno di 5 distretti territoriali (Napoli, Sarnese-Vesuviano, Caserta, Sele, Sannio-Irpinia) di cui fanno parte solo 30 sindaci (nel Sannio - Irpinia ad es., 30 su 193 Comuni), non avranno alcuna rappresentanza giuridica e diventeranno poco più che meri esecutori di decisioni provenienti dall’alto 

Oggi aggiungiamo qualche altro tassello, suffragati anche nche dall'ex direttore dell’Alto Calore Servizi, Eduardo Di Gennaro, il quale, intervistato dalla stampa irpina, non usa mezzi termini nel definire IGNORANTi gli attori della costituenda aggregazione per la gestione del servizio idrico in Irpinia e Sannio.
E li definisce ignoranti perché dal punto di vista legislativo il procedimento sembrerebbe illegittimo.
Partiamo, innanzitutto, dall'articolo 21 della riforma regionale del ciclo integrato delle acque, che testualmente cita "ai soggetti gestori titolari di affidamenti conformi al regime pro-tempore di cui all’art. 171 del decreto leg.vo 152/2006, al fine di favorire sinergie operative, sono consentite, nel rispetto della normativa nazionale, operazioni societarie volte all’aggregazione. In ogni caso, se detti soggetti gestiscono il servizio in base a contratti di affidamento regolari, essi continuano a gestire fino alla naturale scadenza dei relativi contratti.”
Da ciò si deduce in primis che non esiste alcuna fretta rispetto all'aggregazione dal momento che Alto Calore può tranquillamente gestire il servizio fino alla scadenza naturale del contratto.

Poi, rispetto all'aggregazione in sé, è bene evidenziare che GESESA detiene il 59,97% di azioni di privati (ACEA) e che tali azioni sono state acquisite con trattativa privata dal Comune di Benevento, senza una gara regolare, come invece prescrive la normativa nazionale.
In virtù di ciò, Gesesa non sembrerebbe essere legittimata a partecipare al processo di aggregazione.

E ancora, riguardo ai tempi tecnici relativi bando di gara europea per affidamento del servizio, Di Gennaro evidenzia che la legge di riordino del servizio idrico campano prevede una precisa tempistica per l'indizione del bando di gara europea, ovvero al massimo entro giugno (che è evidentemente passato da tempo) previa costituzione dell’Ente idrico d’ambito, che non è ancora stato costituito. 
A rigor di logica, quindi, stante la mancanza di competenza sulla questione dal parte del Commissario d'ambito Colucci, la Regione Campania andrebbe commissariata.

Infine, per quanto riguarda la divisione tra debiti e patrimonio che consentirebbe ad Alto Calore di avere un attivo patrimoniale di 130 milioni, è interessante ribadire, e Di Gennaro lo fa apertamente, un concetto cui anche noi attivisti abbiamo affrontato anche nell'assemblea dello scorso anno a Venticano, ovvero che tale valore patrimoniale è dovuto all'incorporazione, nel 2014, da parte di Alto Calore Servizi di Alto Calore Patrimonio, ma in realtà sembrerebbe che in quel patrimonio incorporato siano stati artificiosamente inseriti beni immobili (depuratori, reti idriche, collettori fognari, impianti vari) realizzati a suo tempo dalla CASMEZ. 
E sembrerebbe che questi beni siano in realtà inesistenti perché trasferiti per legge alla Regione Campania, che li ha addirittura inseriti nei suoi bilanci.

Ecco, quindi, che sembrerebbe non corrispondere al vero quanto dichiarato nell'ultimo bilancio 2014 approvato, dove, a pag. 4, si legge: “Lo stato patrimoniale subisce, invece, i positivi effetti della incorporazione di Alto Calore Patrimonio&Infrastrutture SpA: l’attivo si raddoppia(da 126Ml di Euro a 257ml di Euro) in analogia alle voci del patrimonio netto che si sono parimenti incrementate.”
Altrettanti dubbi nascono dall'analisi del bilancio 2015 in tutte le parti in cui si parla delle immobilizzazioni materiali.
A pag 35 si legge che le immobilizzazioni materiali ( ovvero Terreni, Fabbricati , Impianti e macchinari, Attrezzature industriali e commerciali ) valgono oltre 133 milioni di euro (euro 133.148.464 per la precisione)
A pag. 41 si legge che le immobilizzazioni materiali “sono valutate al costo di acquisto, inclusi gli oneri accessori di diretta imputazione e le spese per migliorie, ammodernamenti e trasformazioni”. 
A pag. 47 si evidenzia il valore specifico di tali immobilizzazioni materiali al 31/12/2015: terreni e fabbricati 6.690.856. euro mentre impianti e macchinari 118.043.004. 

Ma da nessuna parte si evince quali siano questi beni.

Questi bilanci sono stati approvati, con parere positivo dei revisori dei conti, e attualmente sono oggetto di indagine da parte della Guardia di Finanza e del Procuratore di Avellino Cantelmo.
Se a tutto ciò aggiungiamo anche il fatto che il Presidente di Alto Calore De Stefano è attualmente indagato per truffa e peculato e che lo scorso 20 settembre l' udienza preliminare è terminata con un nulla di fatto ed un rinvio al prossimo 17 gennaio, ci chiediamo: se queste sono le solide basi su cui si fonda l'aggregazione leggera tra tra Alto Calore, Gesesa ed Acquedotto Pugliese, davvero c'è ancora qualcuno che pensa che ne possa uscire qualcosa di positivo ai fini di una gestione del servizio idrico che tenga conto del concetto di acqua bene comune???




giovedì 15 settembre 2016

Sicurezza e adeguamento sismico : vogliamo la pubblicazione dei certificati di agibilità, idoneità statica e agibilità sismica degli edifici scolastici comunali

Apprendiamo dall'Albo Pretorio che, in data 13 settembre, quindi l'altro ieri, la Giunta Comunale presieduta dal Sindaco Mario Pepe, con Delibere nr. 120/121/123/126 ha approvato i progetti di fattibilità tecnica ed economica per: 
  1. LAVORI DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO ED ADEGUAMENTO SISMICO DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO I. C .RITA LEVI MONTALCINI. [importo euro 3.429.893,38] 
  2. LAVORI DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO E ADEGUAMENTO SISMICO DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA I. C. STATALE RITA LEVI MONTALCINI [importo euro 489.984,77] 
  3. ADEGUAMENTO SISMICO,FUNZIONALE ED EFFICIENTAMENTO ENERGETICO SCUOLE ELEMENTARI DI GINESTRA [importo euro 981.397,76] 
  4. LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE DELLA SCUOLA ELEMENTARE CAPOLUOGO "RITA LEVI MONTALCINI [importo euro 1.907.995,00] 
ed ha disposto di aggiornale il Piano delle Opere Pubbliche anno 2016 e triennio 2016/2018 aggiungendo tali lavori.
Con tali progetti il Comune di San Giorgio ha inteso partecipare al bando regionale per la costituzione di una graduatoria finalizzata al finanziamento della progettazione, pertanto, attraverso le successive delibere nr. 130/131/132/133/136, la Giunta ha disposto di richiedere alla Regione Campania regolare finanziamento per la redazione dei progetti di cui sopra.

Prendiamo atto del fatto che, dopo anni d'inerzia nell'intercettare bandi nazionali e/o europei che potessero consentire al nostro Comune di accedere a finanziamenti per azioni locali nei più svariati settori, la nuova amministrazione Pepe ha mostrato solerzia ed attenzione nei confronti delle opportunità offerte, in questo caso, dal bando regionale per il Fondo di rotazione per la progettazione degli enti locali, che rientra nel Programma di Azione e Coesione – Programma Operativo complementare 2014/2020 della Regione Campania. 
Tuttavia, non possiamo non sottolineare che il fatto stesso che il Comune presenti 3 progetti, su un totale di 4, peraltro con un valore economico di tutto rispetto, relativi all'adeguamento sismico delle scuole, evidenzi chiaramente che in codeste scuole tale adeguamento ad oggi sembra non essere stato mai effettuato.
Avevamo chiesto lumi proprio su eventuali lavori di adeguamento sismico delle scuole con un'istanza protocollata via PEC in data 9 settembre scorso, così come abbiamo chiesto l'accesso civico ai certificati di agibilità, idoneità statica e agibilità sismica degli edifici scolastici comunali in data 10 settembre scorso.
Ad oggi nessuna risposta ufficiale ma le deliberazioni della giunta sembrerebbero proprio confermare le nostre perplessità: le scuole, dunque, sono agibili ma sismicamente vulnerabili???
E' assolutamente necessario che gli amministratori rispondano a questa domanda e lo facciano fornendo non mere rassicurazioni ma la documentazione relativa ad ogni scuola così come è stata richiesta.

Nel frattempo, noi, come cittadini attivi, continueremo a tenere occhi ed orecchie aperti per monitorare l'azione amministrativa, considerato anche il fatto che sono stati approvati diversi altri progetti di fattibilità tecnica ed economica per lavori di ristrutturazione del sistema fognario, di efficientamento dell'illuminazione pubblica, di efficientamento energetico di vari edifici comunali, scuole comprese.
Contemporaneamente, ci auguriamo ed auspichiamo che sulle tematiche legate al tema della sicurezza gli amministratori vogliano affrontare un percorso ampio e condiviso, partendo magari dal nuovo Piano di Protezione civile Comunale, rispetto al quale abbiamo già espresso le nostre osservazioni e suggerimenti, nonché vogliano aprire una canale di comunicazione con la cittadinanza che vada al di là dell'Albo Pretorio on line, cui magari non tutti hanno l'opportunità e la capacità di accedere.
Così come speriamo vivamente che le opposizioni si decidano finalmente a destarsi dal loro stato letargico e a fare quello per cui sono stati eletti e per cui vengono pagati, ovvero controllare, invigilare e verificare la conduzione della “res pubblica” locale.

venerdì 9 settembre 2016

la cittadinanza attiva contro il silenzio della politica sangiorgese

A San Giorgio del Sannio, subito dopo il boom delle manifestazioni estive, quando i social network e i giornali erano pieni di foto, selfie, commenti e post, celebrativi e non, si è entrati in una sorta di tunnel del silenzio.
Non una parola sull'acqua, non una parola sul rischio sismico, non una parola sul prossimo inizio dell'anno scolastico e nemmeno sulla gara d'appalto per il servizio mensa, della quale si è da poco approvato il capitolato.

Sul sito del Comune troviamo solo avvisi sulla distribuzione delle buste per la differenziata, sull'aggiornamento dell'albo scrutatori, sulla potabilità dell'acqua. 
E le opposizioni? Se si può, fanno persino peggio, visto che sono ormai da tempo praticamente mute, e peraltro scomparse anche dai social, su qualsiasi questione che riguardi i problemi quotidiani dei cittadini. 
Ed è così che la rete diventa lo sfogatoio un po' di tutti in paese! 
I problemi più in auge, oltre alla già gettonatissima carenza idrica: acqua che esce opaca se non marroncina dai rubinetti; preoccupazione, visto il recente sisma, sull'agibilità delle scuole; timori riguardo al rischio sismico del nostro Comune; incertezza sul servizio di refezione scolastica, vista la situazione complicatissima che ha coinvolto il vicino Comune di Benevento. 

Molti cittadini hanno scritto anche alla email del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio ed in virtù delle loro segnalazioni abbiamo predisposto una serie di istanze, già inviate tramite pec al Comune. 
In particolare, i cittadini ci hanno segnalato il fatto che nel vicino Comune di Benevento il Sindaco Mastella ha già incontrato le rappresentanze degli Ordini professionali, dell’Università, del Genio civile, dei Vigili del Fuoco e dei tecnici comunali per affrontare il tema della staticità e sicurezza nelle scuole ed ha ripetutamente dichiarato, sulla stampa locale e anche in interviste rilasciate a tv nazionali, “Non apro le scuole di Benevento se non sono sicure”, mentre a San Giorgio non vi sono comunicazioni del Comune a riguardo. 
Pertanto, partendo anche dal fatto che già a novembre dello scorso anno avevamo invitato la precedente amministrazione a partecipare all'AVVISO PUBBLICO per il finanziamento di indagini diagnostiche da effettuare sui solai degli edifici scolastici, in riferimento ai commi 177 e 178, art. 1 della L. n. 107/15, senza avere mai risposta abbiamo chiesto quali sono le azioni che l'amministrazione comunale ha inteso e/o intende portare avanti per verificare se gli edifici scolastici siti in territorio comunale abbiano le caratteristiche di sicurezza richieste dalla vigente normativa e se possano regolarmente essere aperti il prossimo 15 settembre. 
Abbiamo anche chiesto che venga reso noto alla popolazione se eventuali lavori fatti nelle scuole site in territorio comunale rispondano ad un “adeguamento sismico” secondo il D. M. 14 gennaio 2008 attualmente vigente o se si tratti di generici “miglioramenti sismici” che non garantiscono nulla, come avvenuto ad Amatrice; se le scuole siano in possesso delle Valutazioni di vulnerabilità sismica, obbligatorie per legge, ai sensi dell’ordinanza del presidente del consiglio dei Ministri del 20.03.2003 n° 3274; e, infine, se le scuole siano in possesso di un piano di evacuazione, se in tali piani sia fatta specifica attenzione ai disabili e se e quali scuole non siano ancora dotate si questo piano e quali siano le motivazioni.
In questa stessa istanza abbiamo ricordato agli amministratori sangiorgesi che, in data 30 agosto c. a., avevamo già inviato via pec un'altra istanza per richiedere informazioni sulla strategia di Comunicazione individuata (o da individuare) dall'Ammministrazione Comunale riguardo al Piano di Protezione Civile Comunale [Prot. N° 17803 del 30-08-2016] e che in tale istanza si evidenziava l'importanza della comunicazione con la cittadinanza su temi di così peculiare entità. 
Siamo consci, infatti, e senza ombra di dubbio, del fatto che ai cittadini la legge attribuisce il diritto-dovere di monitorare l'azione svolta dai propri amministratori e che gli amministratori hanno il dovere di dare risposte, non solo mere rassicurazioni, ma risposte chiare e veritiere sul rispetto delle procedure e delle leggi previste per ogni azione amministrativa. 

L'altro tema che abbiamo ritenuto importante è quello della mensa scolastica. 
Anche qui, sulla base del pessimo esempio dato dal Comune di Benevento nella gestione del servizio e visto anche il nostro impegno sul tema del servizio mensa in generale e in particolare sul controllo della qualità degli alimenti e sulla proposta di istituzione della Commissione Mensa già durante la precedente amministrazione, abbiamo ritenuto opportuno presentare all'amministrazione sangiorgese una serie di osservazioni riguardo al CAPITOLATO SPECIALE D'APPALTO DEL SERVIZIO della MENSA SCOLASTICA, approvato con determinazione n. 182 del 18 agosto 2016.
Questo capitolato è stato successivamente modificato con determinazione n. 836 del 26 agosto 2016, rimodulando l'articolo 16 concernente la modalità di valutazione delle offerte sotto l’aspetto tecnico. Nei parametri 4 e 5 relativi alla qualità dei generi alimentari utilizzati nell’esecuzione dell’appalto, infatti, è stata data specifica preferenza ai prodotti tipici stagionali di questo territorio e limitrofo, utilizzando la filiera a Km ZERO quando possibile e comunque nel raggio di massimo 50Km nonché alla valutazione di proposte migliorative del servizio quali 1) La modalità di riscossione dei ticket con l’impegno ad attuare il servizio assumendone i costi e l’onere organizzativo; 2) Mezzi e strumenti in disponibilità del concorrente a supporto e miglioramento del servizio; 3) Le proposte innovative e i servizi aggiuntivi per l’esecuzione dell’appalto non previste nel Capitolato . 
Ebbene, anche se è assolutamente apprezzabile questa adesione alla normativa nazionale e alle linee guida nazionali in materia di consumo consapevole dei prodotti ortofrutticoli locali, stagionali e biologici nelle scuole e di bandi delle gare d'appalto per i servizi di refezione che devono prevedere tale tipologia di consumo, abbiamo verificato che altrettanto non è stato fatto per quanto riguarda gli strumenti di monitoraggio e controllo da parte delle famiglie nei confronti del servizio erogato, come la Commissione Mensa, mai citata negli articoli del capitolato speciale d'appalto. 
Ancora una volta, come nel corso del mandato dell'amministrazione Ricci, si è ritenuto di 
non dare spazio agli aspetti relativi alla comunicazione fra gli interlocutori istituzionali e le famiglie e al monitoraggio continuo e costante sulla qualità del servizio di refezione scolastica attraverso l'istituzione della Commissione Mensa, la quale, attraverso uno specifico Regolamento attuativo, ha il ruolo, individuato e sottolineato sia dalle Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica emanate dal Ministero della Salute sia dalle Linee guida per il miglioramento della qualità nutrizionale nella ristorazione scolastica emanate dall’assessorato alla Sanità della regione Campania, di controllare la qualità in termini di soddisfazione del servizio erogato e di garantire la partecipazione degli utenti al funzionamento del servizio di ristorazione scolastica. 
Abbiamo rilevato anche che, pur essendo stata redatta dal Comune di San Giorgio la Carta del Servizio di Ristorazione Scolastica, ovvero uno strumento di riferimento e di garanzia della qualità del Servizio di Ristorazione Scolastica, ispirato al miglioramento della qualità nutrizionale e a un progetto condiviso di promozione della salute, di questa carta non si fa alcun cenno all'interno del Capitolato. 
Ed ancora, abbiamo ritenuto opportuno suggerire all'amministrazione sangiorgese un più ligio rispetto delle Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica e delle Linee guida regionali per il miglioramento della qualità nutrizionale nella ristorazione scolastica, in particolare per quanto riguarda il rispetto dei menù, delle diete speciali, degli aspetti interculturali, della valutazione e gestione di eccedenze e avanzi e della riduzione della produzione di rifiuti, aspetti che attualmente ci paiono non sufficientemente affrontati. 

La cittadinanza attiva è questa, e noi non abbiamo alcuna intenzione di interrompere, modificare né tanto meno snaturare questo percorso intrapreso ormai da molti anni.

venerdì 2 settembre 2016

La solita ROTTURA di... condotte adduttrici!!!

Da due giorni molte zone di San Giorgio sono senz'acqua,cosa che, ormai, accade abitualmente da tempo.
Ieri mattina sul sito del Comune è stata pubblicata una comunicazione ufficiale relativa alla rottura della condotta adduttrice per una frana nel Comune di Cassano Irpino. 

Ebbene questa condotta adduttrice è sottoposta a numerose rotture da molti anni, causando interruzioni idriche diffuse in tutto il Medio Calore sannita ed irpino.
E' bene ricordare che l'acquedotto sangiorgese è alimentato dai pozzi di Cassano Irpino e che questi pozzi devono da qualche anno servire anche l'area del montorese e del solofrano a causa di problemi con i serbatoi coinvolti nell'inquinamento da tetracloroetilene. 
Ciò ha ovviamente determinato una riduzione della portata visto che ci sono più Comuni da servire.
A ciò si aggiunge la vetustà della condotta adduttrice e della elettropompa di sollevamento dell'impianto di Cassano.
A questo proposito ricordo benissimo che nel settembre 2015, quindi giusto un anno fa, si svolse all'auditorium Cilindro Nero di San Giorgio,organizzato da un comitato civico costituitosi in quel periodo, un incontro sul tema della mancanza d'acqua e delle possibili soluzioni. 
In quella sede il Geom. Spiniello dell'Alto Calore parlò ampiamente del piano di ammodernamento dell’impianto di sollevamento e della sottostazione di Cassano Irpino del valore di circa 6 milioni di euro, piano che non poteva essere realizzato autonomamente ma solo attraverso un finanziamento, magari della Regione Campania.
Di questo piano si è tornato a parlare poche settimane fa ad Ariano Irpino in un incontro tra Il sindaco di Ariano Irpino, Domenico Gambacorta, che è anche presidente della Provincia di Avellino, e il presidente dell’Alto Calore Servizi, Lello De Stefano, ma anche in quella sede si è fatto presente che è necessario sollecitare nuovamente la Regione Campania a finanziare il piano. 
Dunque è passato un anno e stiamo sempre allo stesso punto. 
Il problema dell'acqua che manca a valle è a monte: l'Alto Calore non ha i soldi, figuriamoci, e la Regione non sblocca fondi.
Ricordiamo che stiamo parlando della stessa Regione Campania che non ha voluto finanziare l'acquedotto di surrogazione a Solofra e Montoro necessario per sopperire all'impossibilità di attingere ai pozzi locali (causa tetracloroetilene) e per evitare che quelle zone andassero a gravare sui pozzi di Cassano Irpino.
Praticamente, se non si fosse ancora capito l'Alto Calore e la Regione Campania stanno giocando a rimpiattino e a noi nel frattempo manca l'acqua, di notte e di giorno!!!
Entrambi con centinaia di milioni di debiti sul groppone, entrambi piene di corruttori e corrotti, entrambi dilaniate da un politica poltronistica e affaristica, si rimpallano le colpe per anni ma intanto a noi manca l'acqua!!!
Del resto, sappiamo benissimo cosa accade a San Giorgio e non c'è bisogno di eclatanti annunci di accessi agli atti e di dossier da 007 da parte del M5S locale!!!
Sappiamo benissimo come funziona l'escamotage dei “gomiti” al posto dei contatori http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText…, sappiamo benissimo dei figli e nipoti di assessori e funzionari comunali entrati nel progetto di Garanzia Giovani promosso da Alto Calore a San Giorgiohttp://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText…, sappiamo benissimo del 40 % di morosità nel nostro territorio
sappiamo benissimo dell'Acquedotto di Solopaca arrivato a costare intorno ai 50 milioni di euro e rimasto completamente inutilizzato
sappiamo benissimo dell'irregolarità di tanti procedimenti
e sappiamo anche che tutto questo, e tanto altro a dire il vero,è oggetto di inchiesta da parte delle Procure della Repubblica di Avellino e Benevento e della Guardia di Finanza.

Infine, quello che sappiamo per certo è che in questo momento buona parte dei cittadini di San Giorgio (quelli senza le cisterne ) non hanno acqua, non possono lavorare, non possono cucinare, non possono lavarsi e non possono nemmeno bere perché l'acqua dal rubinetto esce di un o strano colore marroncino ferroso!
E non è che studiare il bilancio di Alto Calore, come ha fatto il M5S di S. Giorgio del Sannio non sia lodevole, ma al momento non risponde all’urgenza dei cittadini che, oramai, si è trasformata in normalità. 
Tutti i problemi legati ai bilanci, lo abbiamo già sottolineato, sono al vaglio di due Procure e della Guardia di Finanza… e cmq, se n'è abbondantemente parlato in tanti consessi, stampa compresa, già da prima delle elezioni...http://www.orticalab.it/Alto-Calore-25-domande-per-De
ma tant'è... 
Nel contempo, l'altra parte della minoranza, capeggiata dall'ex Sindaco Ricci, tace, e altro non potrebbe fare, considerata la liaison pluriennale con Il presidente di Alto Calore De Stefano nonché il pregresso immobilismo nei confronti delle continue sollecitazioni anche da parte dei parlamentari intervenuti nella questione (nello specifico la Senatrice Moronese del M5S) mentre la maggioranza , pur avendo promesso in campagna elettorale di discutere al primo Consiglio Comunale SOLUZIONI TECNICHE per risolvere definitivamente il problemahttps://www.facebook.com/gruppofuturogiovani/photos/a.922069777835837.1073741829.915269191849229/1104539322922214/?type=3&theater
non solo non lo ha fatto in nessuna delle tre sedute già svolte ma si è limitata ad operazioni meramente di facciata come una diffida per le interruzioni non comunicate e le scuse del Sindaco su Facebook per il ritardo nel ripristino del servizio

Sta di fatto che, seppure fosse stata una pioggia di scuse, con le scuse non ci si lava e nemmeno ci si riempie lo sciacquone!!!

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