mercoledì 27 aprile 2016

Ma i lavori nell'area ex Poste sono finiti o no? E soprattutto chi li paga?

Siamo alle solite : pare proprio che il Comune di San Giorgio del Sannio voglia avere sempre ragione anche quando i fatti paiono dimostrare che abbia torto!

Ricordate la vicenda dei giardinetti dell'area ex Poste di Via De Gasperi e delle loro barriere architettoniche? La delibera 22 del 22 febbraio scorso affermava che “l'area ex Poste è stata già completata nei lavori, mancante solo degli arredi quali giostrine per bambini “; l'Arch. Fusco Responsabile UTC, invece, in due diverse note indirizzate agli attivisti del MeetUp Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio sostiene prima che “… i lavori di sistemazione dell'area ex poste sono in fase di ultimazione e che le opere segnalate nella nota medesima sono state regolarmente previste” poi che la sua risposta ...”non è in contrasto con la Delibera di Giunta Comunale del 22/02/2016 nr. 22 atteso che nel medesimo atto non vengono elencati dettagliatamente tutti i lavori a farsi“.

Ebbene cari concittadini, da queste asserzioni nasce spontanea una considerazione: se la procedura che porta all'emanazione di una delibera prevede che l'Ufficio tecnico dia il suo parere alla proposta di delibera e se sulla delibera definitiva c'è scritto che il parere dei Responsabili dei servizi interessati, e quindi anche dell'UTC, riguardo alla proposta era favorevole, è evidente che l'UTC abbia letto ed accettato quanto scritto in premessa dalla Giunta Comunale, ovvero che l'area ex Posta era completata nei lavori tranne che per gli arredi.

Perché, dunque, continuare a sostenere il contrario?

Ai concittadini sangiorgesi è doveroso ricordare anche che,in virtù di un Avviso Pubblico, redatto dall'UTC sulla base della Delibera nr. 113 del 21 luglio 2015 e datato 22 luglio 2015, unico documento peraltro presente sul sito web del Comune a riguardo, una parte dell'area ex Poste ovvero una superficie massima di mq.20,00, è stata data in concessione e su detta area è stata installata una macchina distributrice di acqua purificata, i cui proventi saranno introitati dal concessionario.

In cambio il Comune ha tenuto nella propria piena e libera disponibilità il resto dell'area ex Poste finalizzata allarealizzazione di uno spazio di verde attrezzato,con l’istallazione di panchine e di giochi per bambini, cosa che è a carico totale del concessionario, compresa la manutenzione e le utenze.

In effetti, la casetta dell'acqua pubblica è stata installata ed è attualmente funzionante ed i giardinetti, stante la delibera, sono stati completati tranne che per le giostrine.

Ma chi doveva vigliare su tutto questo per impedire che non venissero realizzate barriere architettoniche?

Siamo forse di fronte a lavori non completati a regola d'arte per una probabile mancanza di controllo da parte di chi di dovere?

Infine, ci sia consentito anche chiedere, vista la consuetudine del Comune di non pubblicare sollecitamente sul sito dell'Ente la documentazione relativa ai bandi di gara et similia: chi si è aggiudicato la concessione? Qual è e dove è visionabile il progetto? Da chi sono stati effettuati i lavori? Chi era il direttore dei lavori? C'è stata la supervisione dell'UTC? Dove sono reperibili tutte le informazioni necessarie ai cittadini per esercitare il proprio potere di monitoraggio e controllo sancito dalla legge sulla trasparenza amministrativa?

E soprattutto, se nell'Avviso Pubblico di cui sopra è chiaramente scritto che il progetto prevede la realizzazione di uno spazio di verde attrezzato,con l’istallazione di panchine e di giochi per bambini, SENZA COSTI PER LA STAZIONE APPALTANTE , perché vengono stanziati 3000 euro per l'acquisto delle giostrine e perché ne viene affidata l'installazione all'UTC con personale e materiali a carico dell'Ente?

Nell'attesa di avere, speriamo nei tempi giusti, risposte esaustive da tutti gli attori coinvolti nella vicenda, abbiamo anche chiesto al prefetto di Benevento, dott. ssa Galeone, un incontro in cui presentare tutte le nostre perplessità sul rispetto del diritto dei cittadini all'informazione e sull'applicazione della legge sulla trasparenza amministrativa.


martedì 26 aprile 2016

Venerdì prossimo il Consiglio Comunale di San Martino Sannita discuterà la nostra proposta amministrativa sulla gestione pubblica dell'acqua

Venerdì prossimo 29 aprile 2016 alle ore 17.30 il Consiglio Comunale di San Martino Sannita da noi sollecitato discuterà della proposta amministrativa sulla gestione pubblica dell'acqua che il Meetup Amici di Beppe Grillo ha sottoposto all'attenzione dell'Amministrazione Comunale. 

Il Comune di San Giorgio del Sannio, invece, non si degna nemmeno di risponderci, anzi la Segretaria Comunale ci scrive che "...nel consiglio Comunale del 31/3/2016 è stato ampiamente dibattuto il tema del servizio idrico in tutti i suoi aspetti".

E che vuol dire?
CHE I CITTADINI NON SONO DEGNI NEMMENO DI UNA RISPOSTA?

QUESTA E' LA PARTECIPAZIONE DI CUI IL SINDACO VA FACENDO PROPAGANDA COME TEMA DI CAMPAGNA ELETTORALE PER LE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE?

Per quanto ci riguarda noi non siamo quelli del "signor-sì"o "signor-no"!
NOI VOGLIAMO SAPERE COME VIENE GESTITO IL NOSTRO COMUNE E VOGLIAMO PARTECIPARE A QUESTA GESTIONE, SOPRATTUTTO QUANDO SI TRATTA DEI NOSTRI SOLDI CHE VENGONO SPESI!
I CITTADINI HANNO DIRITTO ALLE RISPOSTE E IL COMUNE HA IL DOVERE DI RISPONDERE NEI TEMPI E NEI MODI STABILITI DALLA LEGGE.

Anche di questo parleremo nell'incontro che abbiamo chiesto al Prefetto di Benevento, dott.ssa Galeone e che speriamo si possa tenere il più presto possibile.

martedì 19 aprile 2016

Referendum sulle trivellazioni: risultati nel Comune di San Giorgio del Sannio




Questi i risultati ufficiali del Referendum sulle trivellazioni nel Comune di San Giorgio del Sannio.

GRAZIE ai 2469 cittadini consapevoli ed informati che hanno votato SI
GRAZIE anche 249 che hanno votato NO, ma, comunque,, hanno votato, ottemperando al loro dovere civico



‪#‎giardinettielettoraliperpochimanonpertutti‬ - parte III

Qualche giorno fa abbiamo protocollato al Comune di San Giorgio due istanze, una per segnalare l' inaccessibilità ai disabili in carrozzina sia dell'area della Casa dell'Acqua sia del giardino pubblico nell'area ex poste di Via De Gasperi e l'altra per chiedere l'acquisto e l'installazione in quella stessa area di giochi e giostre inclusive, utilizzabili sia da bambini con disabilità che da bambini normodotati.



Ebbene, con insolita celerità, ci è arrivata la risposta del Responsabile del servizio LL. PP. - URBANISTICA Arch. Mario Fusco [prot. nr. 7511 del 15/04/2016] : “… i lavori di sistemazione dell'area ex poste sono in fase di ultimazione e le opere segnalate nella nota medesima sono state regolarmente previste”.

Una risposta secca e stringata ma che non ci ha convinto.

Abbiamo verificato, infatti, che la dichiarazione dell'Arc. Fusco contrasta nettamente con quanto disposto nella Delibera di Giunta Comunale del 22/02/2016 nr. 22 , dove, nella premessa, si legge “… l'area ex Poste è stata già completata nei lavori, mancante solo degli arredi quali giostrine per bambini ..."

Forse che l' abbattimento delle barriere architettoniche deve considerarsi un ARREDO e per questo si deve pensare che possa essere inserito a progetto già realizzato?

A chi devono credere i cittadini? Quale è la verità?

Per questo, in attesa di sapere se il Comune di San Giorgio sia dotato del Piano per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) quale strumento di pianificazione ad integrazione del piano urbanistico per rendere accessibili edifici e spazi pubblici (come previsto dalla Legge nr. 41 art. 36, commi 21 e 22 e successiva Legge Quadro sull'Handicap del 1992, Legge nr 104, art. 24 comma 9), abbiamo chiesto innanzitutto al Sindaco, all'Assessore ai Lavori Pubblici e alla Segretaria Comunale se fossero a conoscenza del fatto che la delibera nr. 22 del 22 febbraio 2016 smentisca in maniera evidente quanto successivamente dichiarato dal Responsabile del servizio LL. PP. - URBANISTICA e poi al Prefetto di Benevento, dott.ssa Paola Galeone,di fare le opportune verifiche su quanto accaduto, a tutela dei cittadini sangiorgesi tutti, senza alcuna differenza di abilità.



















venerdì 15 aprile 2016

Barriere architettoniche e giochi non inclusivi: giardinetto e Casa dell'Acqua, pubblici ma non per tutti!!!

Qualche domenica fa, presso il consueto gazebo sul Viale Spinelli del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio, abbiamo ricevuto una segnalazione relativa al piccolo parco pubblico che si sta realizzando nell'area ex Poste di Via De Gasperi e alla antistante Casa dell'Acqua, anch'essa di recente realizzazione.

Ci veniva evidenziato il fatto che sia l'area su cui insiste la casa dell'acqua sia il retrostante giardinetto pubblico non siano facilmente ed in maniera autonoma raggiungibili da persone disabili in carrozzina e/o da disabili con particolari difficoltà motorie, vista la totale assenza su tutti i lati d'accesso di rampe di pendenza.
La segnalazione, inoltre, evidenziava che la pulsantiera per l'erogazione e la gettoniera per il pagamento sembra siano state predisposte senza tener conto del fatto che gli utenti non sono tutti necessariamente normodotati, tant'è che sembrano essere ad un'altezza eccessiva per un utente in carrozzina.

Nei giorni successivi abbiamo hanno effettuato un sopralluogo per verificare di persona il fatto segnalato e abbiamo girato un video,disponibile sul canale YOUTUBE San Giorgio cinquestelle , dal quale si evince chiaramente la presenza di marciapiedi alti su tutti gli ingressi del giardinetto e anche sui lati dell'area su cui insiste la Casa dell'Acqua nonché la presenza di lunghe file di macchine parcheggiate che impediscono di fatto di salire sul marciapiedi anche ai pedoni, figuriamoci ai disabili in carrozzina e/o ai disabili con particolari difficoltà motorie.
Il tutto a totale discapito della mobilità dei cittadini diversamente abili sancito dalla Convenzione ONU nel 2006 sui diritti delle persone con disabilità divenuta legge italiana il 3 marzo 2009.

A tutto ciò bisogna aggiungere anche il fatto che con delibera nr. 22 del 22/02/2016 la Giunta Comunale ha disposto di installare nell'area ex Poste di Via De Gasperi giostrine omologate per bambini dai 6 ai 12 anni, assegnando la somma di 3000 euro compresa IVA per acquisto ed installazione.

Anche in questo caso non si fa alcun accenno alla possibilità che i giochi e le giostrine possano essere di tipo inclusivo, ovvero utilizzabili sia da bambini con disabilità che da bambini normodotati.
Ci sembra proprio di trovarci di fronte alla classica opera di restyiling elettorale, iniziata con le luci a led, continuata con la delibera sui marciapiedi e terminata con la casa dell'acqua e il giardinetto pubblico!
Peccato però che a volte, per fare le cose all'ultimo momento, con l'evidente scopo di mostrare ai cittadini che si sta facendo qualcosa, le cose si facciano male con evidente danno per la comunità.

Più e più volte il Sindaco Ricci ha definito San Giorgio come un Comune Virtuoso, ma si puo' definire virtuoso un Comune che evidenzia tale “disattenzione” rispetto al diritto dei disabili alla mobilità e all'accessibilità degli spazi pubblici?

Eppure ci risulta che il Comune di San Giorgio abbia aderito nel 2012 al Progetto Unicef “Città amiche delle bambine e dei bambini (Child-friendly Cities)”, che nel 2012 il Sindaco Ricci abbia conferito la cittadinanza onoraria di San Giorgio del Sannio a 5 dei 35 minori stranieri residenti , che esista un Coro Unicef di bambini sangiorgesi che nelle sue esibizioni affronta sempre le tematiche dei diritti dell'infanzia…

Forse che i bambini disabili, in carrozzina e/o con difficoltà motoria hanno meno diritti dei bambini normodotati???

Per questo motivo abbiamo chiesto al Sindaco e a tutti gli attori coinvolti nel procedimento relativo all'installazione di giostrine all'interno del parco giochi dell'area ex poste di via De Gasperi, ma anche all'interno della nuova Villa Comunale, di mostrare la dovuta attenzione e considerazione nei confronti dei disabili, adulti e bambini, provvedendo quanto prima sia alla realizzazione delle rampe per le carrozzine e all'installazione di giochi e giostre inclusive, utilizzabili sia da bambini con disabilità che da bambini normodati.

lunedì 11 aprile 2016

Sta per realizzarsi il sacco dell'acqua e i sanniti dormono!!!

Lo scorso venerdì, ad Avellino, all'incontro, organizzato dal Comitato Irpino per l'Acqua Pubblica, sul tema “l'acqua è del popolo” con la partecipazione di padre Alex Zanotelli e l'intervento tecnico scientifico del geologo Sabino Aquino, il Sannio era colpevolmente assente!

Ancora una volta, come abbiamo già potuto constatare nel caso dell'Assemblea dei Meetup irpini e sanniti tenutasi a febbraio a Venticano, i cittadini sanniti, i sindaci sanniti, i comitati sanniti, gli attivisti sanniti, erano colpevolmente assenti!

I dormienti sanniti, soggiogati come sono dalla sudditanza nei confronti di una certa politica poltronista e familista, si sveglieranno, probabilmente, solo con il manifestarsi di quella crisi idrica che da mesi è stata annunciata e per la quale non si è preso ancora alcun provvedimento, ma anche allora questa politica malsana darà loro un ulteriore sonnifero, affermando che la gestione pubblica dell'acqua provoca i guasti, le perdite e la mancanza d'acqua e quindi è assolutamente necessario l'intervento del privato. I dormienti sanniti, allora, delegheranno, come sempre, questa mala politica a decidere anche per il popolo, si gireranno dall'altra parte e si riaddormenteranno, salvo poi incazzarsi quando apriranno i rubinetti e l'acqua non uscirà.

I cittadini hanno dormito finora” ha detto ieri Padre Alex… “… ma a Berlino la gente si è ribellata per l’acqua privatizzata ed è stata capace di pagare 500mln di multa pur di riaverla pubblica ...

A Benevento, purtroppo, i cittadini dormono ancora, aggiungiamo noi! 
Anzi, avallano con il silenzio le pessime azioni della politica locale in tema di acqua bene comune!!!

Dobbiamo svegliarci, non c'è più tempo!!!

Dobbiamo fare nostre le parole citate da Padre Alex e scritte nell'unica lettera pastorale al mondo dedicata all'acqua e scritta da Mons. Luis Infanti della Mora, vescovo dell’Aysén, nella Patagonia del Cile: “ … La crescente politica di privatizzazione è moralmente inaccettabile ... Alcune multinazionali che cercano di impadronirsi di alcuni beni della natura, e soprattutto dell’acqua, possono essere legalmente padrone di questi beni e dei relativi diritti, ma non sono eticamente proprietarie di un bene dal quale dipende la vita dell’umanità. ...” 

Di fronte a queste multinazionali, ha detto Padre Alex, «La sola speranza che ci resta è la nostra disobbedienza civile, la nostra capacità di fare rete per risollevarci»!

Ci sia consentito di aggiungere che,se non sapremo riappropriarci della sovranità che ci viene dalla Costituzione e se continueremo ad abdicare ad una politica che sacrifica il bene comune sull'altare dei propri interessi, avremo perso una delle occasioni più importanti per far sentire la voce del popolo per tornare ad essere gli unici arbitri del nostro futuro.

Non facciamoci raggirare dalla politica!!!
L'acqua è un diritto inalienabile dell'uomo e non DEVE essere gestita dai privati, MAI!!!
Perché ciò avvenga non c'è più tempo da perdere: alziamo la testa e testimoniamo con la nostra azione, con i fatti, con la lotta, ciò in cui crediamo!!!

















giovedì 7 aprile 2016

caro Sindaco Ricci, è ancora convinto che la fiducia espressa dall'assemblea nei confronti di De Stefano sia stata “fortemente maggioritaria” ?

Durante lo scorso consiglio comunale, il sindaco Ricci, tra le tante altre cose, ha parlato dell'assemblea dei sindaci soci di Alto Calore tenutasi nella prima metà del mese di marzo.
Ha, ovviamente, sottolineato i contenuti del suo intervento in quella sede ovvero la totale condivisione della linea del Presidente di Alto Calore Lello De Stefano, definendo l'aggregazione come unica soluzione possibile ed ha parlato della fiducia espressa in maniera “fortemente maggioritaria” da parte dell'assemblea nei confronti di De Stefano affinché prosegua nel mandato esplorativo per eventuali aggregazioni per la soluzione del servizio idrico integrato previsto dalla Legge Regionale approvata nello scorso dicembre. 

Ha omesso, però, di dare alcuni dati importantissimi che avrebbero permesso, guarda caso, di dare una valutazione dell'accaduto più completa e più corrispondente alla realtà.

Non ha detto, ad es., che all'Assemblea dei soci di ACS hanno partecipato i rappresentanti di 94 comuni cioè il 62,15% della totalità che è 125 [I soci dell’attuale società sono: 95 Comuni della provincia di Avellino, 31 Comuni della provincia di Benevento e l’Amministrazione Provinciale di Avellino. Fonte sito web di Alto Calore Servizi]

Risultati immagini per assemblea soci alto calore
I soci che si sono espressi a favore corrispondono al 43.67% mentre i NO sono stati pari allo 0.81% e gli astenuti al 5.07%. Questo significa che al voto ha partecipato meno del 50 per cento dell’Assemblea. 

Trattasi, quindi, di un mandato di minoranza e non di una fiducia “fortemente maggioritaria”.


Questo il dato numerico.

Vediamo ora qual è il dato politico.

Al momento del voto sono usciti dalla sala i sindaci di Sant'Angelo dei Lombardi, Rosanna Repole, di Lioni, Salzarulo, di Altavilla, Vanni, di Summonte, Pasquale Giuditta Ferruccio Capone di Montella, il sindaco di Mirabella, Capone, mentre altri amministratori avevano già abbandonato la riunione come il delegato di Atripalda, Luigi Tuccia e il parlamentare Giancarlo Giordano per il comune di Santa Paolina. 

Ciò detto, considerati i 31 Comuni assenti, i no e gli astenuti, è evidente che i Soci di Alto Calore sono fortemente spaccati all'interno dell'Assemblea.

Da questa spaccatura emergono 3 dati politici importanti: 
  • da una parte i Comuni sanniti, più qualche pezzo di PD irpino, come Famiglietti, sindaco di Frigento e uomo fido di Rosetta D'Amelio e Stefano Farina, capogruppo del Partito Democratico al Consiglio Provinciale di Avellino e Sindaco di Teora, sono tutti in linea con l'indirizzo politico del sottosegretario De Caro, del Governo e di Renzi, ovvero quello di lasciare strada libera ai privati nell'affidamento dei servizi locali, acqua compresa; 
  • dall'altra il fronte del dissenso capeggiato dal Sindaco di Sant'Angelo dei Lombardi Rosanna Repole, che pure è appartenente al Partito Democratico ma, insieme a Tuccia, Giuditta ed altri, si muove in disaccordo coi suoi; 
  • nel mezzo si colloca il Presidente della Provincia di Avellino e Sindaco di Ariano, Gambacorta, che si astiene e lascia la delega della Provincia a Farina, il quale, disattendendo agli indirizzi dell'Ufficio politico provinciale che si era espresso, unitariamente per la costituzione di un Comitato di sindaci a cui affidare lo studio dei numeri Acs e della legge, esprime voto favorevole al mandato esplorativo di De Stefano. La Provincia di Avellino, infatti, qualche giorno dopo l'Assemblea di Alto Calore ed indipendentemente dalla decisione presa dall'Assemblea, voterà a favore della “gestione pubblica virtuosa come la prima opzione su cui è opportuno pronunciarsi”. 

Dopo queste dovute precisazioni, è evidente che quello che era un disegno preciso organizzato dal Pd sannita e da De Stefano, con la collaborazione di Farina e Famiglietti, e che si prevedeva non dovesse trovare ostacoli davanti a sé, oggi si trova di fronte alla resistenza compatta del fronte Repole, Tuccia e Festa, insieme anche a quei 12 Comuni irpini afferenti ad Acquedotto Pugliese (Andretta, Aquilonia, Bisaccia, Cairano, Calitri, Caposele, Conza, Guardia, Lacedonia, Monteverde, Morra e Vallata) che avrebbero già definito un documento unitario, da presentare al prossimo Consiglio provinciale di Avellino, al fine di analizzare anche altre possibilità di aggregazioni come quella con Acquedotto Pugliese.

Ove mai questo documento fosse ratificato dal Consiglio Provinciale di Avellino saremmo di fronte al riconoscimento istituzionale di un'opzione diversa dalla fusione con Gesesa e, soprattutto pubblica al 100%.

Dunque, caro Sindaco Ricci, è ancora convinto che la fiducia espressa dall'assemblea nei confronti di De Stefano sia stata “fortemente maggioritaria” ?










martedì 5 aprile 2016

Giardinetto e Casa dell'Acqua: pubblici ma non per tutti!!!

Domenica scorsa al MeetUp in Piazza sul Viale Spinelli abbiamo ricevuto una segnalazione relativa all'inaccessibiltà ai disabili in carrozzina dell'area ex Poste in Via De Gasperi ora adibita a giardinetto pubblico e a Casa dell'Acqua. 

La segnalazione, inoltre, evidenziava che la pulsantiera per l'erogazione e la gettoniera per il pagamento sembra siano state predisposte senza tener conto del fatto che gli utenti non sono tutti necessariamente normodotati, tant'è che sembrano essere ad un'altezza eccessiva per un utente in carrozzina. 

Ieri abbiamo verificato e testimoniato con il video che potete guardare sul nostro canale YouTube "San Giorgio cinquestelle" la veridicità della segnalazione [nel video si parla di Via Aldo Moro ma in realtà si tratta di Via Alcide De Gasperi] 

Pertanto, abbiamo inviato un'istanza al al Sindaco, all'Assessore ai Lavori Pubblici, ai Responsabili dell'Ufficio Tecnico Comunale, a tutti gli amministratori chiedendo loro di dedicare l'opportuna attenzione al tema dell'abbattimento delle barriere architettoniche e delle buone pratiche per l'inclusività nei confronti dei diversamente abili, di verificare quanto segnalato e porre immediato rimedio a questa situazione che vede non rispettato il diritto di TUTTI all'accessibilità agli spazi pubblici e alla mobilità

Infine, abbiamo invitato il Prefetto di Bn a monitorale tale situazione e verificare che venga al più presto risolto ogni problema. 

Inoltre, abbiamo fatto rilevare il fatto, oltre a tutte le leggi che non sono state rispettate, anche il fatto che tale “disattenzione” rispetto al diritto dei disabili alla mobilità e all'accessibilità degli spazi pubblici potrebbe essere potenzialmente dannosa per le casse comunali dal momento sia i singoli sia le associazioni in difesa dei disabili possono adire le vie legali per il danno subito dalle persone con disabilità e ricorrere in sede di giurisdizione amministrativa per l'annullamento di atti lesivi degli interessi delle persone disabili stesse, ai sensi della Legge nr. 67 del 1 marzo 2006 "Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni".



lunedì 4 aprile 2016

Consiglio Comunale del 31 marzo scorso ovvero la tragicomica farsa della fusione tra Alto Calore e Gesesa

Acquaiuò, l'acqua è fresca?” “Freschissima, di fonte!
Sindaco, la facciamo sta fusione?" "Eccome che la facciamo, è cosa buona e giusta!!!

Questa , più o meno, è l'atmosfera che abbiamo vissuto durante lo scorso Consiglio Comunale in cui si discuteva della presa d'atto della costituzione del nuovo Ente Idrico Campano e della nuova legge regionale di riordino del servizio Idrico nr. 15/2015: poco Consiglio Comunale e più banco del mercato,poca politica e più lodi della merce e delle modalità di vendita!!!

Ma la cosa che ci è parsa più evidente sin dall'inizio, a parte l'inesistenza delle opposizioni, fatto salvo qualche spunto interessante ma non adeguatamente approfondito del Consigliere Genito, è l'assoluta concordanza del Sindaco e della maggioranza con un disegno ben più ampio che viene dal PD Regionale e Nazionale, disegno per il quale la fusione tra Alto Calore e Gesesa si inserisce nel grande progetto nazionale di aprire la strada ai privati nella gestione dei servizi pubblici locali.

Ma entriamo nel dettaglio:
- Per volere di Renzi e del suo Governo, lo Sblocca Italia (D. L. n. 133/2014, convertito nella Legge n. 164/2014) ha avuto come obiettivo principale la concentrazione dei servizi pubblici locali nelle mani di poche grandi multi-utility capaci di competere all’estero e ha previsto che divenisse “gestore unico” (obbligatorio per ogni ambito territoriale) chi ha già in mano il servizio “per almeno il 25 % della popolazione” ( ovvero A2A, Iren, Hera e la famosa Acea che possiede il 15% delle quote di Gesesa etc) e poi la legge di Stabilità (legge 23 dicembre 2014, n. 190) ha incentivato i Comuni a privatizzare i servizi pubblici a rete (acqua inclusa) attraverso sconti sul Patto di Stabilità interno. 

A ciò si devono aggiungere gli ultimi colpi di mano del PD: il Testo Unico sui servizi pubblici locali, decreto attuativo della legge Madia, che nei fatti indica ai comuni come la ripubblicizzazione dell’acqua debba essere solo una delle vie possibili, e ovviamente non la preferibile. Ed in più cancella di fatto anche l’altro referendum, quello sulla tariffa ovvero stabilisce che si tornerà a leggere in bolletta la voce la “adeguata remunerazione del capitale investito, coerente con le prevalenti condizioni di mercato”; e la cancellazione dell'art. 6 della Legge per la Ripubblicizzazione dell'Acqua , ovvero l'abolizione di quella norma che prevede che l'acqua sia pubblica, che la gestione dell'acqua sia pubblica e che le infrastrutture dei servizi idrici siano pubbliche. 

- In Campania, la longa manus del Sottosegretario alle Infrastrutture Del Basso De Caro, riferimento assoluto di Renzi nel nuovo collegio elettorale Sannio – Irpinia, ha presumibilmente avuto, tra le sue missioni, quella di consegnare le sorgenti più importanti dell’Italia meridionale nelle mani di ACEA, ovvero di Caltagirone, che ha in Gesesa il suo presidio sui nostri territori. 
Ecco, quindi, che a dicembre scorso viene approvata, in una seduta allucinante del Consiglio Regionale, presieduto, lo ricordiamo, da un'altra fedelissima, di area irpina stavolta, Rosetta D'Amelio, la legge regionale di riordino del servizio Idrico nr. 15/2015, il cui padre è il Consigliere PD Fulvio Bonavitacola
Questa legge sin dall'art. 1, si mostra in linea di continuità con gli intenti del PD e del Governo. Nell'art. 1, infatti, si legge “La Regione Campania riconosce che l’acqua è un bene collettivo di origine naturale che va tutelato ed utilizzato prioritariamente per le occorrenze della vita umana […]
Ebbene, definire l'acqua come bene collettivo, cioè pubblico, e non come bene comune, ovvero un diritto fondamentale della persona umana, non del cittadino, un diritto che è sopranazionale, di interesse collettivo, transgenerazionali, cioè un bene che deve arrivare alle future generazioni, costituisce l'escamotage che consente all'estensore della legge, che nel caso di questa legge regionale ha precisi indirizzi politici nazionali, di sostenere la tesi che l'acqua rimane pubblica anche se la gestione è affidata ai privati, i quali, non essendo dei benefattori gestiranno il servizio nell'ottica del massimo profitto.

- E qui entra in campo la fusione tra Alto Calore e Gesesa. 
Infatti, l'art. 21 della legge regionale al comma 6 dice: “ai soggetti gestori titolari di affidamenti conformi al regime pro tempore di cui all’art. 172 del decreto legislativo n. 152/2006, al fine di favorire sinergie operative di gestione del ciclo, sono consentite, nel rispetto della normativa nazionale, operazioni societarie volte all’aggregazione e razionalizzazione delle gestioni esistenti, da attuare in conformità a quanto previsto dall’art. 3 bis del decreto legislativo n. 138/2011, anche ai fini della razionalizzazione delle partecipazioni degli enti territoriali (diminuzione delle cosiddette società partecipate)”.

Quindi, in buona sostanza, il discorso è questo: gli obblighi della Legge Regionale nr.15/2015 sono figli di un chiaro intento di Renzi, del Governo e del PD nazionale di far entrare ii privati nella gestione dei servizi pubblici locali.
In virtù di ciò, pur essendoci altre soluzioni diverse dalla fusione, che rimane comunque e sempre una possibilità e non un obbligo, i sindaci del PD e gli esponenti PD locali spingono per questa eventualità.

E lo fanno anche attraverso dichiarazioni omissive, inesatte e, spesso, ai limiti della veridicità.
Dunque, caro Sindaco, cari Assessori e Consiglieri, non si può dire che l'acqua è pubblica, come è stato detto in Consiglio Comunale, se nel corpo delle leggi nazionali e locali essa viene definita come bene pubblico, cioè che si può vendere, e non bene comune che, invece è un diritto inalienabile della persona!!!
Con queste leggi nazionali e regionali, l'acqua non è più pubblica, o meglio lo è solo in linea ideologica visto che la gestione privata è favorita!!!
Non si può dire, come anche il buon sottosegretario De Caro sostiene a spada tratta, che Gesesa è pubblica perché il 51% delle azioni è sì del Comune di Roma ma il 15 % di Acea = Caltagirone, il 12 % di Suez e il 18% del mercato azionario internazionale dove li mettiamo?
Non si può dire che la fusione Alto Calore – Gesesa è l'unica soluzione praticabile perché non è così!
Premesso che in questa vexata quaestio è entrato in gioco anche l'Acquedotto Pugliese, società al 100% della Regione Puglia, che ha anche le sue colpe ma è un fatto che sia totalmente pubblica e che si è proposta per una eventuale fusione, ci sono decine di relazioni tecniche di illustri esperti di
diritto ed economia che hanno individuato una soluzione che renderebbe la gestione dell'acqua pubblica al 100 % senza bisogno di fusioni e/o accorpamenti: commissariare Alto Calore e costituire un’azienda consortile a statuto speciale,improntata ad una gestione efficace ed efficiente di tipo “economico” e non industriale, con capitale al 100% pubblico.

E i debiti? qualcuno potrà obiettare… 
E' vero, Alto Calore ha, stando agli ultimi dati forniti dalla stampa, oltre 120 milioni di debiti, ma sempre gli illustri esperti di diritto ed economia di cui sopra hanno individuato tutte le normative per arrivare ad una ristrutturazione del debito e consentire alla società di ripartire, sempre tenendo presente, però, che prima di parlare di debiti bisognerebbe vedere i bilanci di Alto CAlore, e, in proposito, i Comuni soci dovrebbero far valere il proprio diritto di controllo per avere ben chiara la situazione economica di Alto Calore, cosa che a tutt'oggi, non è ancora avvenuta nella maggior parte dei comuni riconducibili al PD tanto meno a San Giorgio.

A ciò vogliamo aggiungere che la proposta amministrativa che è stata redatta lo scorso febbraio dai meetup irpini e sanniti che hanno creato un gruppo di lavoro esteso per lavorare su questo tema comune, che, lo ricordiamo, è una delle stelle del Movimento cui i meetup si ispirano, prevede qualcosa di più della ristrutturazione del debito: accertare le responsabili di tutti i rappresentanti di tutti i partiti politici che sono transitati all'interno del carrozzone Alto Calore e chiamarli a colmare in prima persona il debito creato dalla loro mala gestio.

Per questo noi attivisti del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio siamo tutte le domeniche per strada con il nostro gazebo e i nostri pannelli informativi, per far sapere al cittadini che le truffe semantiche del PD ci stanno togliendo i diritti!!!
Il diritto all'acqua è inalienabile, è come il diritto alla salute, ma come tutti ben sappiamo ci stanno togliendo pure quello!!!!

Non possiamo starcene a casa e lamentarci solo quando ci ritroveremo le bollette aumentate e i servizi dimezzati!!!
Scendiamo in campo in maniera forte e decisa a tutela dell’acqua e a nell’interesse delle nostre terre e dei nostri diritti!

Vi aspettiamo domenica prossima e per tutte le domeniche di Aprile.





domenica 3 aprile 2016

MeetUp in Piazza 3 Aprile 2016



Complici la bella giornata e la nuova postazione, che si è rivelata FANTASTICA, c'è stata una grande affluenza di cittadini al MeetUp in Piazza di oggi!!!

Abbiamo rilevato un grande interesse sulla questione acqua e la totale contrarietà alla fusione di tutti quelli che si sono fermati al gazebo ma abbiamo anche ricevuto numerose schede di suggerimenti per il programma partecipato.
Tante anche le segnalazioni sui problemi quotidiani di San Giorgio: in particolare su una perdita d'acqua in corso proprio questa mattina presso i bagni pubblici attigui al mercato coperto per la quale abbiamo subito allertato la Polizia Municipale. 
In realtà si è rivelato un falso allarme: non era una perdita ma un uso eccessivo di acqua da parte di chi aveva fatto le pulizie. Abbiamo segnalato il fatto e auspichiamo che in questi tempi di crisi idrica ci sia più attenzione agli sprechi.

Infine, qualche cittadino ci ha chiesto anche informazioni sulla Pro Loco: ora c'è il nuovo consiglio direttivo ma il programma dov'è? ci hanno chiesto...
Credevamo che la Pro Loco sarebbe risorta... Pasqua è passata ma qua stiamo ancora in Quaresima!!! 

L'appuntamento è per la prossima domenica, sempre più numerosi e desiderosi di partecipare!!!









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