venerdì 3 agosto 2012

E se San Giorgio diventasse un paese che consuma la minore quantità possibile di rifiuti?

Leggiamo sui giornali locali le entusiastiche dichiarazioni del Sindaco Ricci e dell’Assessore Saccavino relative al fatto che, in meno di 30 giorni, il conferimento nei cassonetti ad hoc per gli scarti tessili ed affini ha registrato un deposito complessivo di una tonnellata e mezza.
Ce ne rallegriamo, è un ottimo risultato, oseremmo dire un inizio scoppiettante!
Ma, appunto, è un inizio.
Finite le iniziative legate al cambio di stagione o alla campagna “giocattoli in cambio di tessuti”, la gente si sarà davvero convinta della necessità, ormai non più procrastinabile, di impegnarsi in prima persona non più soltanto nell’applicare pedissequamente la normativa relativa alla raccolta differenziata ma soprattutto nel ridurre al massimo la produzione di rifiuti?
Eh sì, caro Sindaco Ricci e caro Assessore Saccavino, il punto è proprio questo:come fare perché questo inizio sia un punto di partenza per risultati sempre migliori nel tempo?
Secondo noi, fino a quando gli Enti Locali avranno un atteggiamento demagogico incentrato sull’io e sull’oggi (il che significa fare cose di impatto immediato delle quale ci si può vantare e non avere una visione programmatica e incentrata su iniziative che possono portare risultati concreti nel tempo), ci ritroveremo chissà per quanti anni ancora nelle condizioni di stress economico, sociale, culturale, in cui si trovano tanti comuni italiani, San Giorgio compresa.
Il nostro suggerimento all’Amministrazione Comunale, quindi, è quello di orientare la propria visione amministrativa al noi e al domani, alla nostra comunità e al nostro futuro, il che vuol dire porsi degli obiettivi più a largo respiro rispetto al semplice raggiungimento del 65% di R.D., ad es. fare di San Giorgio del Sannio un paese, una comunità che produce la minore quantità possibile di rifiuti!
Questo sì che determinerebbe un grande risparmio per le casse comunali e per le tasche dei cittadini ma anche, e soprattutto, darebbe un grosso contributo al miglioramento in chiave sostenibile della vita nostra e dei nostri figli!
Come fare?
Innanzitutto RIDURRE A MONTE LA PRODUZIONE DEI RIFIUTI, cosa che si può fare sia a livello personale che politico: non utilizzare sacchetti di plastica, non usare e disincentivare l’uso dei materiali usa e getta, usare e favorire l’uso dei pannolini eco compatibili, usare e incentivare l’uso delle lampadine a risparmio energetico, realizzare e favorire l’adeguamento energetico delle case e degli edifici comunali, consumare in maniera critica, incentivare la produzione e vendita a KM 0, utilizzare ed incentivare l’utilizzo e la vendita di prodotti alla spina (alimentari e detersivi), realizzare accordi con i commercianti per la riduzione degli imballaggi, non sprecare acqua, realizzare la casa dell’acqua per incentivare l’uso dell’acqua di rubinetto e abbattere drasticamente l’uso delle bottiglie di plastica, incentivare la pratica del compostaggio domestico e scolastico,etc.
In secondo luogo, potenziare la raccolta porta a porta attraverso l’UTILIZZO DELLE ETICHETTE CON CODICI A BARRE da applicare sui vari sacchetti della R. D.. In questo modo, dato che ogni utente ha un codice identificativo da applicare ai sacchetti e che gli operatori inviano i dati tramite lettore ottico ad un software di gestione, il canone per lo smaltimento viene calcolato in base a quanti rifiuti si consegnano. Morale della favola: più rifiuti riciclabili si consegnano meno si paga in bolletta!
E il buono, non ce lo dimentichiamo, non è soltanto che più si ricicla e meno si paga ma anche che più rifiuti vengono consegnati dal Comune ai Consorzi per il riciclo più soldi entrano nelle casse comunali e più carta, plastica, alluminio etc, verranno trasformati e acquisteranno nuova vita: in questo modo la parola “rifiuto” perde la sua accezione dispregiativa e quella che prima era solo “monnezza” diventa NUOVA MATERIA!
Non è facile, ci si dirà, ai tempi d’oggi certe abitudini sono consolidate ed è molto difficile estirparle, tuttavia, auspichiamo che possano essere realizzate opportune sinergie tra famiglie, scuola e Amministrazione Comunale al fine di creare iniziative, incontri, campagne di sensibilizzazione in cui le nuove generazioni possano comprendere il proprio ruolo attivo nella riduzione dei rifiuti e nella realizzazione di nuovi stili di vita ispirati alla sostenibilità ambientale.
E all’Assessore alla Pubblica Istruzione Camerlengo suggeriamo di aprire le porte delle scuole sangiorgesi non solo alla musica ma anche alla sostenibilità: costruire una chitarra con una vecchia scopa e dei fili elastici, o uno xilofono con una scatola di legno, degli elastici e delle semplici chiavi inglesi di varie misure, invita al riciclo e al riuso, stimola la creatività e può far anche nascere tanti musicisti e compositori di domani!

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